Ha visto volare davanti ai suoi occhi il coltello lanciato con una forza tale da conficcarsi nella porta di legno, la stessa lama che un secondo prima il compagno le aveva puntato al collo. Solo un dettaglio del regime di terrore instaurato tra le mura domestiche, a Guidonia Montecelio, da un trentunenne, cittadino romeno con precedenti per atti persecutori e porto illegale di armi. «Ti taglio le orecchie e la lingua», la minaccia ricorrente alla donna con la quale viveva da circa un anno, la mente annebbiata dall'abuso di alcol e dalla gelosia: «Devi essere solo mia».
IL SOSTEGNO
La misura cautelare è arrivata a conclusione delle indagini attivate dal pool antiviolenza: lei, dopo il terrore vissuto nell'ultima aggressione, ha deciso di chiedere aiuto e denunciare. E gli investigatori, coordinati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi, stavolta per stringere il cerchio intorno al compagno violento hanno potuto contare anche sui vicini, che non si sono girati dall'altra parte: testimoni di quelle esplosioni di violenza che con le urla e le minacce arrivavano da quella casa. La priorità per gli investigatori è stata quella di mettere in sicurezza la vittima in tempi brevissimi. Necessario perché, come sottolineato dai magistrati del gruppo della procura diretta da Francesco Menditto, «l'uomo, sin dal febbraio del 2023, ha posto in essere continue vessazioni fisiche e psicologiche altamente mortificanti, con un comportamento minaccioso, aggressivo e prevaricatore», tra botte, vessazioni e insulti. Arrivava a chiamarla «scimmia».
Subiva quotidiani scatti di gelosia, era costretta persino a cancellare i contatti telefonici di altre persone, le minacce di morte continue. «Va detto - sottolineano dalla questura - che l'intervento della procura e del commissariato è stato determinato dal sostegno dei vicini di casa che, di fronte all'ultima violenza, non hanno esitato a lanciare l'Sos, potendo così testimoniare lo stato di paura che, negli ultimi mesi, spesso avevano constatato. Ciò dimostra la maggiore attenzione nel circondario di Tivoli da parte di tutte le persone verso gli episodi di violenza consapevoli dell'immediato e concreto intervento delle forze dell'ordine e dei magistrati specializzati». Nella sua ordinanza di applicazione della misura cautelare, che prevede anche il divieto di qualsiasi tipo di comunicazione con l'ex compagna, il gip ha ritenuto che «il racconto reso è coerente nella giustificazione del mancato ricorso all'autorità giudiziaria e non appare inverosimile, dunque, che nell'ambito di un rapporto di convivenza improntato ai comportamenti prevaricatori dell'uomo, l'effetto sia stato l'annichilimento della vittima, che non è riuscita mai a determinarsi a sporgere querela, per paura di scatenare reazioni ancora più violente». Alla luce di questo, risulta ancora più importante quella collaborazione dei vicini: «Si chiede a tutti ribadiscono dalla Questura e dal commissariato di Tivoli - di non voltarsi mai dall'altra parte e di prestare assistenza e sostegno a quelle vittime che da sole non possono avere la forza di denunciare anche limitandosi a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine, in questo circondario formate e specializzate per il contrasto della violenza ai danni delle donne».