E' scomparso uno dei più grandi divulgatori della storia dell'arte che il Vaticano abbia mai avuto, uno studioso che ha reso 'pop' i segreti dei Palazzi pontifici, della Cappella Sistina, di tutti i capolavori anche quelli meno conosciuti conservati nei Musei Vaticani.
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Con l'arrivo in Vaticano di Papa Francesco le cose cominciano a cambiare e il rapporto si complica. Papa Francesco non è mai sembrato essere troppo interessato all'arte tanto da non aver mai messo piede nei Musei Vaticani fino ad un paio di anni fa quando, accolto dalla nuova direttrice Barbara Jatta, ha visitato l'ala nuova del museo etnografico. Paolucci lasciando la direzione dei Musei Vaticani nel 2017 non ha mai fatto mistero di queste incomprensioni, non parlavano la stessa lingua artistica e spesso vi erano state delle divergenze su alcune scelte artistiche. Paolucci non esitò a criticare la decisione del Papa di collocare sulla piazza vaticana la maxi statua di bronzo scuro raffigurante un improbabile miscuglio di persone su una barca, praticamente un pugno nell'occhio, rompendo l'armonia voluta da Bernini.
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Allo stesso tempo si oppose di ospitare all'ingresso dei Musei le statue di ferro di Alejandro Marmo, un artista argentino amico del Papa che assembla ferraglia riciclata ricavandone figure sacre. Il braccio di ferro si concluse con la collocazione nei Giardini Vaticani di una grande statua della madonna fatta con pistoni e altre parti di motori.
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Bisogna provare meraviglia davanti a un'opera d'arte, a un paesaggio, o a qualsiasi manifestazione della natura e dell'uomo che trascenda l'ordinario, è un dono che dovremmo tutti coltivare come il primo passo verso la conoscenza. Partendo dalla domanda "che cos'è la bellezza?" diceva a tutti Antonio Paolucci.