Contro la carenza di personale e l'eccessivo ricorso ai medici «gettonisti», si inizia a valutare seriamente la possibilità di affidare turni di servizio extra, con relativo compenso - cento euro lordi l'ora - ai medici e ai professionisti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, derogando alle attuali incompatibilità previste per legge.
Stipendi statali, aumenti entro Natale: arriva l'anticipo. Nel 2024 nuovo contratto
IL DOSSIER
Il provvedimento è ora al vaglio del ministro della Salute, che sembra aperto a questa possibilità e nei prossimi giorni potrebbe esprimersi. I medici «gettonisti» sono medici estranei al sistema pubblico che coprono a chiamata anche più turni consecutivi per risolvere le carenze di personale medico nel Pronto Soccorso, ma non solo. Per le loro prestazioni, con pochi controlli di qualità, ricevono un compenso che in pochi giorni può arrivare ad eguagliare quello mensile di un normale medico ospedaliero. Nella nuova proposta di legge il compenso previsto per i medici del Servizio sanitario nazionale, usati per coprire turni extra in casi di carenza, sarebbe di 100 euro lordi all'ora. Un gran risparmio per il Servizio sanitario nazionale, visto che in alcune regione i «gettonisti» vengono pagati addirittura il doppio, e un riconoscimento per i medici impegnati nel sistema pubblico. «Questa proposta di legge prevede ad esempio che, in caso di bisogno, uno specialista ambulatoriale possa coprire un turno rimasto scoperto in ospedale o che un medico che lavora nel reparto di Chirurgia possa coprire un turno in Pronto Soccorso nello stesso ospedale in cui lavora o di un'altra struttura pubblica o comunque convenzionata con il Servizio sanitario nazionale», spiega Filippo Anelli, presidente di Fnomceo. «Si tratta quindi di un meccanismo più flessibile di gestione delle risorse della sanità pubblica che mira a valorizzare le professionalità che già sono all'interno del sistema», aggiunge.
Attualmente un medico del Servizio sanitario pubblico che vuole fare un turno extra in un reparto diverso dal suo o di un altro ospedale, in caso di carenza di personale, non può perché c'è incompatibilità. Questo significa quindi che al professionista del Servizio sanitario nazionale non viene data la possibilità di dare il suo contributo in caso di bisogno, facendo qualche turno in più, con relativo compenso extra. Se la proposta di legge venisse approvata, a guadagnarci sarebbero anche gli stessi pazienti. Ridurre l'impiego di medici gettonisti non comporta solo un risparmio di risorse della sanità pubblica, ma significa anche avere la certezza di impiegare personale esperto, ne sono convinti i sindacati di categoria. «Alcuni medici gettonisti' sono infatti pensionati, molti non hanno neanche la specializzazione», sottolinea il presidente di Fnomceo. Dal canto suo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non ha mai nascosto di essere contrario all'eccesso di ricorso ai medici «gettonisti».