I nomi di cantanti e calciatori sulle schede per eleggere il capo dello Stato? Non un bello spettacolo. Però...

Venerdì 28 Gennaio 2022
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Caro direttore,
in troppe occasioni nel passato le sedi del Parlamento, Camera e Senato, sono state teatro di zuffe tra parlamentari, urla scomposte, risse, esibizione di manifesti da stadio e simili. Un insieme di eccessi che stridono con l'austerita' del luogo e ridimensionano la qualità rappresentativa dei protagonisti. Ora in occasione delle chiamate per l'elezione del Presidente della Repubblica, momento tra i più solenni, viene registrata l'indicazione calciatori, attori e artisti vari che nulla hanno a che vedere con il ruolo di Capo dello Stato. Un comportamento da allegra brigata che sconfina con la sciatteria e mette, ancora una volta, bellamente in mostra la pochezza di molti, cosiddetti, rappresentanti del popolo.

Luciano Tumiotto
Ponte di Piave (Tv)

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Caro lettore,
la forma in certe situazioni è importante.

E nessuna occasione più della elezione del Capo dello Stato, ossia della massima autorità istituzionale, meriterebbe compostezza e misura nella scelte e nei comportamenti. Innanzitutto, come dovrebbe essere ovvio, da parte dei cosiddetti grandi elettori. Purtroppo, neppure in questa occasione, qualcuno non resiste alla tentazione di sfruttare il segreto dell'urna per dar sfogo a quello che evidentemente considera il suo innato senso dell'umorismo. Ed ecco quindi che ignari attori, famosi calciatori ma anche signori sconosciuti ai più, si ritrovano votati come possibili Presidente della Repubblica. Condivido: poco edificante e indicativo delle qualità non eccelse di molti rappresentanti del popolo, arrivati per caso o per (nostra) sventura ad occupare uno scranno da deputato o senatore. Ma forse è possibile dare anche una piccola spiegazione a questo fenomeno. Perchè diciamo la verità: anche lo spettacolo dei mille elettori che almeno tre-quattro volte, per alcuni giorni, si mettono in fila in Parlamento e votano per non eleggere nessuno, è un po' surreale. E se tra un voto e l'altro i leader di partiti e movimenti girano come trottole tra incontri, vertici più o meno segreti e telefonate riservate, le altre centinaia di grandi elettori, i cosiddetti peones, non hanno granchè da fare. Vagano tra Parlamento e dintorni a caccia di indiscrezioni e indicazioni, per poi mettersi in fila e votare magari scheda bianca. Un po' frustrante. Chepoi qualche bistrattato peones, contravvenendo agli ordini di scuderia, invece di lasciare la scheda intonsa si sfoghi scarabocchiando il nome di Amadeus o di Mancini non è certo una bella cosa. Non lo giustifichiamo, ma, umanamente, possiamo almeno un po' capirlo.

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