LA LETTERA
Cara Michela,
che pensi di San Valentino e della sua pioggia di cuori finti? Io non ho più un'idea, però direi che sono molto contenta della mia nuova situazione da Bridget Jones, lontana anni luce da questa festa nata per santificare il commercio. Ma l'anno scorso no, l'anno scorso ho ricevuto un mazzo di rose rosse e sono andata a cena fuori con il mio compagno. Insomma, ho celebrato secondo i canoni, ed è stata davvero una serata speciale. Una delle poche in cui non eravamo in tre: io, lui e l'“altra”. Ma non credere che l'altra sia una persona, è la PlayStation.
Valentina, Caserta
LA RISPOSTA
Cara Valentina (nomen omen):
queste passioni tardive, dove un oggetto diventa più importante di tutto e di tutti, raccontano profili infantili ma anche umanità strette in routine sempre uguali e bisognose di evadere. Non so se può consolarti, ma credo che la Playstation non abbia un vero target: piace ai bambini come agli over di ogni genere. Poi, ovviamente, ognuno ha i suoi guilty pleasures: io, per dire, ho una contenuta dipendenza dallo shopping on line e dai tutorial di skincare coreana. Eviterei però di dare al povero San Valentino anche la responsabilità dei bilanci sentimentali, come se fosse davvero la cartina di tornasole degli stati generali di un amore. E’ solo un appuntamento che si deve festeggiare, perché siamo tartassat* da ogni parte da cuori rossi che ci ricordano che è ora di celebrare l’ammore. E così anche quest’anno ci siamo commoss* per i messaggi copiati dai siti di poesia, abbiamo sorriso per i meme su whatsapp, ci siamo emozionat* sui social per i post di coppia, abbiamo stretto rose acquistate al volo all’angolo della strada, morso cioccolatini in svendita nei minimarket notturni, accarezzato peluche di poliestere con la scritta “my love”. Diciamocelo, al netto dei puristi, San Valentino è ormai una occasione facile, accessibile e a buon mercato per ricordarsi dell’altro. Perdonate il cinismo, so che in un’era bellicosa e arida come questa abbiamo bisogno d’amore. Ma vorrei ricordare che la festa che celebra i legami sin dalle sue origini è nata come una festa commerciale. Con tutto il rispetto per la santità, il martire Valentino di Terni assurse ai clamori della cronaca per avere donato a una pulzella poco abbiente una somma in denaro come come dote perché potesse sposarsi. E questo lo avrebbe trasformato nel protettore degli innamorati, ma già all’epoca di economie si parlava. Ecco, tu hai deciso di misurare lo stato di salute della tua storia in occasione di una festa che oggi è un po’ sintetica, come i peluche. Ma le relazioni hanno bisogno di cure costanti, e spesso sono disseminate di bandierine rosse (altro che cuori) che però ci ostiniamo a non vedere: per esempio, quando ci trasformiamo nel genitore di chi ci sta accanto. Quando accettiamo l’assenza, la distrazione, l’apatia. Quando pensiamo che le cose si aggiusteranno da sole. Tuttavia, se è vero che il Covid ha distrutto molte coppie, allo stesso tempo ha salvato molti individui da relazioni non sane. Per tornare a te, io credo che l’altra, se non fosse stata la signora Playstation, avrebbe avuto un altro nome. Tutto sommato, ti è andata bene. Pensa se fosse stata la tua migliore amica, una collega del suo ufficio, l’allieva di un marito professore: cose più complesse da elaborare e perdonare. Tutto sommato, puoi liquidare tra te e te il tuo compagno come un cretino innocuo, tranne che per se stesso. Sii fiera di aver continuato a cercare film da vedere. Se permetti, un titolo te suggerisco io, che ho mangiato pane e Bridget Jones, che molto ha ispirato la mia ultima commedia: si chiama “Pensati sexy”, è su Prime Video e puoi vederla in tv, spaparanzata sul divano che ora, immagino, avrai in esclusiva. Goditela e fammi sapere se ti abbiamo fatta sorridere.
Michela Andreozzi
Director, Screenwriter, Actor