Ampliamento Alì, l'appello dei dipendenti: «Non spostate il magazzino»

Mercoledì 24 Aprile 2024 di Alberto Rodighiero
L'attuale magazzino di Alì in zona industriale

PADOVA - Ampliamento del centro logistico Alì in via Svezia, i lavoratori lanciano il loro appello al Comune: «La mancata approvazione del progetto rischia di causare il trasferimento del magazzino fuori città e questo comporterebbe enormi disagi. Abbiamo comprato casa a Padova per essere vicini alla struttura di via Svezia». 
La petizione, che è stata inviata al sindaco Sergio Giordani e al presidente di Alì Gianni Canella, è stata firmata da 143 magazzinieri. 

IL CONTENUTO

«Siamo dei magazzinieri che lavorano presso il magazzino di via Svezia – si legge nel documento – Scriviamo questa lettera perché siamo molto preoccupati per noi e le nostre famiglie. Abbiamo visto il video relativo al magazzino, ma dai giornali leggiamo che forse non verrà ingrandito perché il Comune di Padova non vuole approvare il progetto. Se il progetto non sarà approvato, girano voci che il magazzino dell’Alì sarà spostato lontano da Padova. Speriamo che queste voci non siano vere, questo ci causerebbe un grave disagio». 
«Abbiano acquistato casa a Padova per poter essere vicino al magazzino di via Svezia, per poter far studiare i nostri figli a Padova. Chiediamo al Comune di far rimanere a Padova il magazzino dell’Alì, ci troviamo molto bene a lavorare in questa azienda». 
Una richiesta molto chiara che pone l’amministrazione Giordani davanti ad una scelta che non può ancora essere rinviata per troppo tempo.

E che non arriva per caso in questo periodo. Secondo alcune voci, infatti, per un accordo in maggioranza, sarebbe questione di qualche settimana. A Palazzo Moroni si starebbe, dunque, lavorando a un’intesa che da un lato possa essere politicamente accettabile per Coalizione civica, per alcuni consiglieri del Pd – Anna Barzon e Alessandro Tognon – e per il consigliere della lista Giordani Simone Pillitteri, ma che dall’altro possa sbloccare una situazione che non solo rischia di mettere in discussione l’immagine di una città economicamente dinamica come Padova ma che, addirittura, potrebbe mettere in serissima difficoltà centinaia di lavoratori.

GLI SCENARI

I più ottimisti spiegano che l’accordo potrebbe arrivare già entro maggio. Nel frattempo, però, per la seconda volta consecutiva, in consiglio comunale si è preferito non discutere del progetto. Lunedì sera all’ordine del giorno del parlamentino di Palazzo Moroni c’era la mozione del capogruppo di FdI, Matteo Cavatton, che chiedeva alla maggioranza di fare chiarezza sulla questione. Mozione che era già stata rinviata di 90 giorni a fine gennaio. L’altra sera è arrivato un altro rinvio. «La proroga che avevamo chiesto a gennaio – ha spiegato il capogruppo del Pd, Gianni Berno – era finalizzata ad acquisire degli approfondimenti tecnici che servivano a dare una risposta alle questioni sollevate dai nostri colleghi su un intervento di non indifferente impatto per il nostro territorio, soprattutto per quel che riguarda il consumo di suolo. Il sindaco sta lavorando a una proposta da sottopotere al consiglio, per questo è necessario ancora un po’ di tempo. Chiediamo un’altra proroga di 90 giorni. Se una soluzione dovesse arrivare prima, questa potrà essere presentata anche in tempi più brevi». 
«La dittatura di Giordani – ha tuonato Cavatton - prosegue ed è tanto più indigesta perché il sindaco diserta l’aula e demanda il lavoro “sporco” alla sua “presunta” maggioranza che ha nuovamente violato le norme a tutela dei diritti dell’opposizione, rinviando d’imperio la discussione per altri 90 giorni».

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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