David morto a 16 anni, il padre: «La tragedia di Carlo Alberto misteriosa come quella di mio figlio»

Nel Padovano quattro minorenni deceduti all'improvviso negli ultimi tre anni. E le spiegazioni della medicina non bastano a dare risposte

Venerdì 28 Gennaio 2022 di Gabriele Pipia
David Cittarella e Carlo Alberto Conte
7

PADOVA - Due ragazzini all’apparenza sanissimi. Avevano ottenuto l’idoneità sportiva, indossavano con orgoglio la casacca Fiamme Oro e sono morti all’improvviso senza un perché. Tre giorni fa è successo al 12enne Carlo Alberto Conte, ma tre anni fa era già capitato al 16enne David Cittarella. Un corridore e un giavellottista, entrambi padovani, uccisi da una patologia invisibile e in alcuni casi addirittura introvabile.

Già, perché a volte non basta nemmeno l’autopsia. 

Dalla morte di David Cittarella sono passati 1.073 giorni, ma la famiglia ancora non sa dare una spiegazione di ciò che è successo. «Il cuore di nostro figlio si era fermato all’improvviso proprio come quello di Carlo Alberto - ricorda ora il padre Gianni Cittarella con un filo di voce - Sono stati fatti tutti gli esami possibili, sia sul suo corpo sia su di noi. Sono stati testati 294 marcatori di Dna ma non è emerso nulla di nulla. Nessuna malformazione e nessun problema genetico. Cos’è successo e perché è successo non lo sapremo mai. Speriamo che la famiglia di Carlo Alberto possa invece avere risposte».

L’ULTIMO CASO 
Carlo Alberto Conte, studente della scuola media Pascoli, è uno dei quattro minorenni padovani morti improvvisamente per arresto cardiaco negli ultimi tre anni. Domenica mattina si è accasciato mentre correva - emozionato e felice - durante una gara di atletica a Vittorio Veneto. Settantacinque minuti di massaggio cardiaco non sono bastati. Ha combattuto fino a martedì sera all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso prima che venisse decretata la morte cerebrale. «L’autopsia sarà fondamentale per determinare le causa del decesso - ha spiegato mercoledì la professoressa Cristina Basso, anatomopatologa di fama mondiale, pronta a mettersi al lavoro sul cuore - Il 40% di questi arresti cardiaci vengono provocati da patologie genetiche, anche per i familiari è importante vedere se ci sono malattie ereditarie». 
I genitori di Carlo Alberto sperano di avere quelle risposte che la famiglia Cittarella non ha potuto ottenere. «Stiamo vivendo tutto questo molto male e vorremmo essere presenti al funerale di Carlo Alberto - dice Gianni, assieme alla moglie Lilli e alla figlia Egle -. Esprimiamo tutto il nostro dolore e la nostra vicinanza in questo momento di sgomento per quanto è successo a Carlo Alberto. Facevano parte della stessa grande famiglia delle Fiamme Oro e saranno sempre uniti nel ricordo di tutti». 
Il loro David era morto nel sonno il 19 febbraio 2019. Dall’esame autoptico non era emerso nulla di evidente, l’attenzione si spostò poi su una possibile miocardite correlata a una laringite che il ragazzo aveva patito. «Ma risposte certe purtroppo non ce ne sono. È andata così e basta» allarga le braccia papà Gianni. 

I PRECEDENTI
Il 2 agosto 2020 la tragedia capitò a San Giorgio delle Pertiche e il cuore improvvisamente fermato fu quello di Filippo Pedron. Un altro sportivo, visto che era un piccolo talento del volley. Aveva appena sedici anni quando si accasciò al suolo dopo una pizza con gli amici. Non si riprese più. 
Pochi mesi prima, il 20 febbraio, era stata la volta di Anna Modenese, padovana di 14 anni, figlia di un agente della polizia locale. Colpita da un malore durante la lezione al liceo Duca D’Aosta, lottò per due giorni prima di arrendersi. La causa pare fosse un raro problema elettrico che mandò in tilt il muscolo cardiaco, fino a bloccare la pompa che inviava sangue e ossigeno al cervello. 
Per trovare altri arresti cardiaci improvvisi bisogna poi tornare al 7 agosto 2013 quando la quattordicenne Chiara Bano di Campodarsego morì durante un campo scout nel Bresciano. E poi ancora più indietro, al 12 febbraio 2004, quando il sedicenne Emanuel Paiusco di Carmignano collassò in modo fatale davanti alla tv dopo aver esultato per un gol del suo idolo Alex Del Piero. 
In tutto il Veneto tra i minorenni sono capitati 100 casi simili negli ultimi 30 anni. Una percentuale sicuramente bassa, ma l’obiettivo è ridurre ancora il numero di queste tragedie. La ricerca va avanti e i controlli sugli atleti si fanno sempre più stringenti.

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci