PADOVA - Le stradine di Le Mellah, lo storico quartiere ebraico della città ocra, sono piene di calcinacci, di edifici crollati, di tetti in legno sventrati. Dopo una notte insonne, in uno scenario surreale di morte e distruzione, proprio a Marrakech «dove il rischio sismico fino all’altro ieri era quasi irrilevante», Sandro Solerti, imprenditore padovano innamorato del Marocco, fa la conta dei danni: «Sembra sia scoppiata una bomba». Il suo albergo, il riad Azoulay che sorge nel cuore del Mellah, a un chilometro da Piazza Jamaa El Fna, è integro all’esterno: «I muri hanno resistito, la struttura è stata sistemata da poco, ma dentro è caduto tutto».
Dov’era quando la terra ha tremato?
«Ero a letto, nella mia casa di campagna.
E poi cos’ha fatto?
«Me ne sono andato verso il centro della Medina con la mia moto Guzzi, per vedere cosa succedeva al mio riad. Sembrava un percorso da enduro, tra parti di mura della città vecchia crollate, case distrutte, gente in strada che urlava. Ci sono stati tanti morti. Nella piazza della Medina si trovano i poveretti che avevano perso tutto e non sapevano dove andare. Terribile».
Nel suo riad come vanno le cose?
«A me è andata bene, la struttura è stata sistemata da poco quindi non ha danni, ma dentro sembra abbiano fatto scoppiare delle granate perché è venuto giù tutto. I miei ospiti sono terrorizzati».
Se ne sono andati?
«Qualcuno c’è riuscito, altri non hanno voli per tornare a casa. Sono rimasto fino al mattino per confortare i miei clienti. Quando sono corsi fuori hanno visto le case a fianco al riad crollate, hanno preso uno spavento enorme. Sono sotto choc. Ma anche io lo sono, d’altro canto».
Com’è ora la situazione?
«Le forze dell’ordine sono ben organizzate. Avevano molti mezzi disponibili perché stavano preparando la città a un grande evento internazionale, quindi sono partiti avvantaggiati. Ora vogliono farci uscire dalle case, ma mi devono sparare per tirarmi fuori di qui. Non lascio la mia proprietà. Qui è sicuro ora».
Come si sente?
«Sconvolto. È destabilizzante vedere cos’è successo».