PORDENONE - Genitori divisi sulla scelta del figlio minorenne di vaccinarsi contro il Covid.
IL PERCORSO
L’estensione ai minori della facoltà di vaccinarsi diventa sempre più spesso motivo di conflitto fra genitori e figli e fra i genitori stessi, soprattutto se separati o divorziati. Nel pordenonese un caso è stato risolto da un’ordinanza urgente della Corte d’appello di Trieste, sezione feriale presieduta da Igor Maria Rifiorati (consigliere relatore Linalisa Cavallino, consigliere Deborah De Stefano), che ha accolto la richiesta del ragazzo e della madre, alla quale si opponeva il padre. Ma il percorso che ha portato al provvedimento è stato tutt’altro che semplice e ha messo in luce le difficoltà della decisione su un tema che resta molto controverso. La donna, infatti, è stata costretta a rivolgersi alla Corte d’appello con un’istanza urgente per poter far eseguire la vaccinazione, dopo che l’opposizione del padre aveva costretto a rinviare l’appuntamento già fissato. E dopo che neanche i Servizi sociali e la mediazione del coordinatore genitoriale, figura istituita appositamente per risolvere le situazioni di conflitto, avevano consentito di arrivare a un accordo.
CONSENSO NEGATO
La vicenda inizia con la recente apertura delle vaccinazioni ai minori e con la decisione della madre e del figlio di prenotare la somministrazione, sia per garantire al ragazzo una protezione contro il virus, sia per assicurargli una maggiore libertà nelle attività sociali e in vista della partenza per le vacanze prima e del rientro a scuola poi. A insistere per essere vaccinato è lo stesso Giovanni, studente al terzo anno delle scuole superiori, che non solo vuole evitare di doversi sottoporre continuamente a tamponi per poter uscire con gli amici o fare sport, ma si è anche documentato personalmente su pro e contro dei vaccini. A supportare la volontà di madre e figlio c’è poi il parere di un medico specialista, che esclude rischi specifici legati alle condizioni di salute del minore. La decisione trova però l’opposizione del padre del ragazzo, che nega il consenso al trattamento e diffida dall’effettuarlo. Di regola, infatti, la scelta di vaccinare un minore dovrebbe avere il consenso di entrambi i genitori, indipendentemente dal fatto che questi siano coniugati o meno.
I SERVIZI SOCIALI
Il caso viene portato all’attenzione dei Servizi sociali, ai quali lo stesso Giovanni scrive per motivare la sua richiesta, ma che tuttavia si dicono incompetenti a decidere. Analogamente, non porta ad alcun risultato un incontro fra le parti organizzato dal coordinatore genitoriale. Madre e padre restano sulle loro posizioni, quest’ultimo pone una serie di questioni che a suo parere non trovano risposta adeguata e anche la figura istituita per gestire i conflitti e cercare un accordo fra i genitori non può decidere. In una situazione di stallo che sembra impossibile da sbloccare, la donna e il suo avvocato hanno così presentato un’istanza urgente alla Corte d’appello di Trieste, che nei giorni scorsi ha deciso con un’ordinanza che ha autorizzato la madre a provvedere alla vaccinazione del ragazzo, tenendo conto della volontà di quest’ultimo e alla luce anche dell’assenza di specifiche controindicazioni stabilita dal parere dello specialista.