Bernini: «Per il dopo Zaia FI ha dirigenti di qualità». Tosi: «E io ho le capacità»

Domenica 12 Maggio 2024 di Alda Vanzan
Bernini: «Per il dopo Zaia FI ha dirigenti di qualità». Tosi: «E io ho le capacità»

MESTRE - I più si aspettavano un netto endorsement, un po' sulla falsariga di Antonio Tajani (marzo 2024: «In Veneto abbiamo un leader regionale che può essere candidato alla presidenza della Regione, mi riferisco a Flavio Tosi»). Anna Maria Bernini, senatrice eletta in Veneto e con un prozio polesano (Amos, garibaldino, sindaco di Rovigo alla fine dell'Ottocento), oggi ministro dell'Università e della Ricerca del governo Meloni, non ha fatto nomi. Quando le è stato chiesto se c'è un'asticella da superare perché Forza Italia possa rivendicare il governatore, l'esponente di Forza Italia ha prima di tutto escluso il terzo mandato («Non siamo favorevoli»), poi ha evitato numeri: «Non porrei un'asticella: abbiamo vissuto un momento di profonda crisi, ma abbiamo anche avuto cinque governatori. E questo non dipende dalla percentuale, ma dalla qualità della nostra classe dirigente, che tutti ci riconoscono. E che anche in Veneto è molto, molto alta». Risposta che a Flavio Tosi è andata benissimo: «Perché io, immodestamente, ho le capacità per fare il governatore».
In tour in Veneto per la campagna elettorale delle Europee, Bernini ha spronato gli azzurri a portare la gente a votare: «Adottate gli indecisi», ha detto a Mestre - dopo essere stata a Negrar e Treviso e prima di partire alla volta di Padova - accanto ai candidati Flavio Tosi e Deborah Onisto e ai dirigenti Michele Zuin e Gianluca Forcolin.

Insistendo, soprattutto, sulla «utilità» del voto a Forza Italia, «unico partito in Italia ad aderire al Ppe».


LE TENDE
Sulla protesta degli attivisti pro Palestina, che anche a Padova hanno montato le tende con l'obiettivo che venga chiuso ogni tipo di progetto di ricerca congiunto con gli atenei israeliani, il ministro ha distinto i piani. «Le manifestazioni sono assolutamente legittime, l'importante è che non trascendano nella violenza e soprattutto che consentano alle altre voci studentesche di far sentire la loro voce. E ancora di più che non si impedisca di studiare a chi vuole continuare a frequentare l'università». Ma nel merito della protesta, il ministro - che tra l'altro è professore associato all'università di Bologna - si è detto contrario: «Sono stata in Israele qualche mese fa e ho visitato diverse università. I colleghi mi davano appuntamento la mattina e il primo pomeriggio. Non capivo perché. Mi hanno spiegato che a un certo punto della giornata i rettori, i presidi, i professori tornavano a casa, si cambiavano, prendevano la bandiera e andavano a manifestare contro il governo di Netanyahu, in particolare contro la riforma della giustizia. Li vogliamo lasciare soli? Cosa c'entrano i governi con le università? E con i popoli? Gli studenti legittimamente possono fare confusione, le classi dirigenti universitarie no. La collaborazione con Israele per noi è estremamente innovativa e conveniente, non ho nessun motivo per interromperla».
Quanto agli idonei non beneficiari, cioè gli universitari che hanno diritto alla borsa di studio ma non l'hanno ricevuta, il ministro non ha escluso che anche quest'anno ci sia un intervento del governo per coprire la differenza dei fondi. «Quest'anno abbiamo messo 850 milioni di euro per le borse di studio più altri 30 milioni di riserva per eventuali necessità. Ribadisco l'impegno a fare il possibile perché tutti i beneficiari siano coperti, ovviamente nel rispetto del ruolo della Regione e delle singole Università».


NUMERO CHIUSO
Numero chiuso in Medicina: la bozza del comitato ristretto della commissione Istruzione del Senato dice che ci sarà una graduatoria nazionale tra gli studenti che supereranno gli esami propedeutici del primo semestre: non c'è il rischio che gli studenti di università di "manica più stretta" nei voti vengano penalizzati? «Questo sarebbe un processo alle intenzioni alle Università del Nord, del Centro e del Sud. Se qualcuno dice: non posso mettere nelle mani dei professori i destini degli studenti, allora nelle mani di chi li devo mettere? Di un test? Comunque, prima di tutto scriviamo la norma, poi verifichiamo in corso d'opera cosa succede, abbiamo anche la possibilità di tornarci sopra con dei decreti, ma prima di tutto serve il testo definitivo».
E quando le è stato chiesto se la candidatura del generale Vannacci nella lista della Lega ha creato imbarazzo agli alleati, Bernini ha sorriso: «Credo che aiuterà Forza Italia, aiuterà l'Italia che lavora e che produce a votare per noi».

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 11:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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