Industriali, ecco il piano Veneto 2020
per rendere il territorio più attrattivo

Venerdì 10 Aprile 2015 di Paolo Francesconi
Industriali, ecco il piano Veneto 2020 per rendere il territorio più attrattivo
Più che ad un elenco di doglianze, ad un menù di riforme o una lista di infrastrutture urgenti da completare, assomiglia ad un business plan aziendale (o ad una sua sintesi), il "manifesto del nuovo manifatturiero-Veneto 2020" , il piano di lavoro con visioni, spunti, progetti per l’agenda politica dei prossimi cinque anni che Confindustria veneta ha consegnato ieri ai candidati governatori e alle segreterie dei partiti in vista delle elezioni Regionali. Con la disponibilità ad illustrarlo e discuterlo con ciascuno dei contendenti. Stavolta non ci saranno big dell’imprenditoria veneta in campo, o meglio in lista, come è successo più volte negli ultimi 15 anni (nel 2005 Massimo Carraro fu il candidato dell’Unione di centrosinistra contro Galan, nel 2010 toccò a Giuseppe Bortolussi, segretario degli artigiani Cgia, col Pd). «Mai e poi mai. La politica non ha l’operatività cui siamo abituati in azienda» taglia corto Roberto Zuccato, presidente degli imprenditori veneti. Anche sui candidati - Zaia, Moretti, Tosi o Berti - non una parola fuori piombo. Di sicuro «non è neanche una lista della spesa», il manifesto illustrato ieri dallo stesso Zuccato al Campo scientifico di Ca’ Foscari a Mestre, con a fianco Stefano Micelli, direttore della Fondazione Nord Est, davanti ai presidenti delle sette associazioni provinciali, piuttosto «un piano strategico - spiega Zuccato - idee supportate da proposte concrete per rendere un Veneto a vocazione internazionale più competitivo, innovativo, attrattivo. Nasce dall’aver compreso nelle nostre imprese le grandi trasformazioni in atto nel mondo». Il documento degli imprenditori è il compendio del percorso di studi (in primis il rapporto della Fondazione Nord Est) e di incontri anche con opinion leaders, tenuti negli ultimi mesi: di fatto rompe il ghiaccio, "scalda" il dibattito sui programmi, finora al palo. Condensata in 11 punti - altrettante priorità sintetizzate in 11 tweet - «la proposta - sottolinea Micelli - è ambiziosa, ma alla portata del Veneto che può diventare una capitale mondiale di un nuovo manifatturiero, attrarre investimenti e capitale umano da altri Paesi: è una prospettiva credibile perchè all’estero siamo già percepiti come un territorio competitivo. Si tratta "solo" di alzare la bandiera».

Ecco dunque le priorità del manifesto confindustriale per chi governerà la Regione nei prossimi cinque anni ma anche per i rettori delle Università e il mondo della scuola chiamati anche loro ad un cambio di velocità: territorio più competitivo (il Veneto è al 108. posto nella classifica Ue, ci sono da recuperare almeno 50 posizioni). Rete della cultura del made in Italy in Veneto: 50 musei di impresa e di terrritorio per un rilancio del turismo. Nuovo poli-tecnico, non un quinto ateneo, ma 50 nodi attivi, un’offerta universitaria che combini scienza, creatività, saperi umanistici. Moltiplicazione per 5 dei "dottorati industriali" (dei 700 sfornati ogni anno dagli atenei solo 120-150 restano sul territorio). Stop alla fuga dei giovani all’estero (oggi ne perdiamo 7.000 l’anno, deve tornare il segno +) invertendo la marcia: dovranno essere i cervelli stranieri a venire qui con l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 il 50% di dottorati stranieri. Ed ancora: 500 start up innovative, almeno il 50% del Veneto coperto da un servizio di banda ultralarga, un piano di riorganizzazione della macchina regionale (l’aveva sollecitato nel 2010 anche l’allora presidente Andrea Tomat) e di riduzione dei Comuni (da 581 a 300, via quelli con meno di 5.000 abitanti). Infine, la promozione di uno spazio metropolitano regionale in grado di attrarre risorse e talenti da tutto il mondo: è l’ultimo degli 11 punti ma anche quello da far partire subito, con una delega specifica di cui la prossima Giunta regionale dovrebbe dotarsi fin dal 2015. Tra i candidati l’unico a commentare è il governatore Zaia, parlando di «grande lavoro nel quale mi ritrovo pienamente, perfettamente in linea con le aspettative delle imprese e della società veneta. Molti dei temi descritti posso dire (come Regione) di averli già affrontati - aggiunge Zaia - altri invece sono saldamente nei miei programmi e nelle mie volontà. Questo manifesto è un indispensabile punto di partenza».
Ultimo aggiornamento: 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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