VENEZIA - Quando il Veneto, assieme alle altre Regioni, chiede al Governo di rivedere le norme anti Covid per le scuole, è perché la situazione sta scoppiando: in tutta la regione, dalle scuole all'infanzia alle secondarie di secondo grado, in pratica dall'asilo al liceo, una classe su due è alle prese con le misure di contenimento del virus. Il che significa Dad (didattica a distanza) o Did (didattica digitale integrata). E uno studente su 7, tra isolamenti e quarantene, è a casa. Ecco perché la Regione chiede di cambiare le regole e di lasciare a casa esclusivamente chi sta male: in isolamento solo i ragazzi positivi sintomatici, gli altri in aula. «Una volta se uno scolaro si pigliava il morbillo mica stava a casa tutta la classe», ha detto il governatore Luca Zaia.
LA SITUAZIONE
Da una stima effettuata dalla Direzione Prevenzione della Regione risulta che in Veneto, su circa 30mila classi totali (alle 28.500 vanno infatti aggiunte le paritarie), dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, più della metà - 15.289 - sono coinvolte da casi di Covid.
ISTRUZIONE
«La fotografia della Prevenzione coincide con i nostri dati - dice la dottoressa Carmela Palumbo, direttrice dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto -. Le nostre stime sono un po' più prudenziali, ma l'ordine di grandezza è quello: 88mila studenti in isolamento o quarantena pari al 13%. E il 20% di classi a casa tra Dad o Did». Nelle scuole dell'infanzia, dove non c'è la possibilità di attuare la didattica digitale integrata, l'incidenza è ancora più alta. Poi vanno aggiunti gli 800 dipendenti scolastici tra docenti, personale Ata e amministrativi sospesi su un totale di 80mila perché senza vaccino e tutti quelli che sono a casa perché in isolamento o in quarantena. Dunque, la proposta delle Regioni di cambiare le regole per le scuole - a casa solo i positivi con sintomi - è percorribile? «Aspettiamo le valutazioni del Comitato tecnico scientifico e dell'Istituto superiore di sanità - dice Palumbo -. Certamente sarebbe una misura che andrebbe ad assottigliare la quota di studenti che sta a casa. Dai dati in nostro possesso, attualmente l'incidenza di positivi sintomatici è minima».
I CERTIFICATI
Altra grana denunciata ieri da Francesca Zottis, consigliere regionale del Pd: «Addio alle impegnative di fine quarantena dei Sisp, le famiglie si arrangino: possono rivolgersi al pediatra o al medico di base, già oberati di lavoro, oppure c'è il privato che diventa una scelta comunque obbligata per far tornare i propri figli in classe. Complimenti alla Regione che ha avuto due anni per riorganizzare le cose e non l'ha fatto. Così si mettono in difficoltà le famiglie che devono fare un tampone ai figli per il rientro a scuola. È saltato tutto, ma era prevedibile».
Quanto al bollettino, in Veneto nelle ultime 24 ore ci sono stati 19.820 nuovi contagi, 36 morti, 24 pazienti in più ricoverati nelle aree mediche mentre nelle rianimazioni si sono liberati 5 letti.