ROVIGO - «Complimenti alle cliniche private polesane: in un periodo di crisi sono riuscite ad avere tanti soldi e molti più posti letto. La Sanità pubblica deve imparare, quando mai una clinica privata ha ceduto e pagato migliaia di prestazioni a un ospedale pubblico?». La domanda provocatoria arriva da Guglielmo Brusco, già assessore provinciale e da sempre paladino della sanità pubblica, che questa volta punta il dito sulle delibere 823, 825 e 826 firmate il 21 giugno scorso dal direttore generale dell’Ulss: «La direttrice Simionato, per conto della Regione, ha assegnato alle cliniche private polesane di Santa Maria Maddalena, Porto Viro e Rovigo, cifre rilevanti: 67 milioni di euro per il solo 2023, mentre gli ospedali pubblici polesani e veneti sono invece a
RISPARMI E RICAVI
«Nel bilancio di esercizio 2021 - rimarca Brusco - oltre alla previsione regionale di 67.904.046 euro per le tre cliniche private, c’erano ulteriori vendite di prestazioni per 14.271.436 euro. Pertanto, il loro ricavo totale è stato di 82.175.482 euro. Insomma, oltre l’80% delle entrate da prestazione delle cliniche private polesane, sono stati soldi pubblici. Domanda: ma almeno una buona parte di questi soldi pubblici, non si potrebbe risparmiare?». Accanto a questa domanda retorica, Brusco ne pone un’altra: «Quanti stipendi annui di dipendenti negli ospedali pubblici polesani si potrebbero pagare per un anno con 67 milioni? A me risultano possibili stipendi per quasi 1.500 operatori. Con i quali, se, come sembra naturale, operatori pubblici e privati si equivalgono per qualità professionale e hanno a loro disposizione equivalenti strutture e strumentazione tecnica, credo che il servizio pubblico potrebbe fare, oltre quelle attuali, ulteriori prestazioni del valore di oltre 228 milioni di euro annui, negli ospedali pubblici di Rovigo, Adria e Trecenta. In particolare negli ultimi due, in grado di ospitare altre centinaia di posti letto ospedalieri, ora gestiti dalle cliniche private». A queste conclusioni , l’esponente del Prc, arriva anche spulciando i bilanci delle tre strutture, in grado di operare, spiega, «con un personale dipendente, viste le relazioni di bilancio 2021 delle tre cliniche, pari a 540 operatori, tra medici, infermieri, impiegati, e con un costo complessivo del personale pari a 24.150.410 euro. Il costo medio per dipendente è stato 44.722 euro annui, il valore di produzione media per operatore 152.176 euro cadauno: 82.175.482 euro prodotti da 540 operatori».
PERCHE DELEGARE?
Concludendo, Brusco chiede: «Sono sbagliati questi conti, oppure si potrebbe pensare, come detto in sostanza alla Regione Veneto, nel 2009, dal direttore dell’Ulss 18, Adriano Marcolongo, di risparmiare facendo in proprio, negli ospedali e ambulatori pubblici, quello che si delega ancora a tante cliniche e centri medici privati? Se Marcolongo avesse avuto ragione, si è cercato di realizzare quei possibili risparmi di denaro pubblico? È sbagliato pensare a possibili non realizzati risparmi regionali per centinaia di milioni pubblici?»
Potrebbe interessarti anche