ROVIGO
L’ultimo doloroso saluto a Franco Pavan verrà dato oggi alle 16 nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Pontecchio, la “sua” Pontecchio. Non è facile dire addio ad una persona come Franco Pavan. Uomo retto, poliedrico ed eclettico, tanto acuto quanto acuminata era la sua ironia, fine e stimato giornalista
L’INCIDENTE
La vita di Franco si è interrotta il 16 agosto per le conseguenze dell’incidente avvenuto la mattina del primo luglio, quando era stato travolto da una Fiat Qubo mentre stava pedalando sull’Eridania, fra Canalnovo e Crespino, sulla sua bici da corsa, compagna di innumerevoli avventure. Da quel giorno, per lui è iniziato un lungo calvario: dopo il trasporto con l’elicottero all’ospedale di Padova i primi interventi di urgenza per eliminare ed arginare le emorragie e stabilizzare le fratture alla colonna vertebrale, poi alcuni segnali incoraggianti, perché una settimana dopo, il temporaneo risveglio dal coma farmacologico per valutare se fosse cosciente e ricettivo aveva dato segnali confortanti, mentre il 14 luglio era stato trasferito nella Rianimazione di Rovigo e l’11 agosto
L’INDAGINE
All’ospedale di Imola è stato eseguita l’autopsia, disposta su rogatoria dalla Procura di Bologna, competente territorialmente, anche se il fascicolo d’indagine, ora per omicidio colposo, è stato aperto dalla Procura di Rovigo. L’indagato è il 53enne imprenditore di Porto Viro che era al volante della Fiat Qubo, difeso dall’avvocato Michela Marangoni, mentre ad assistere i familiari di Franco è l’avvocato Francesco Zarbo, che aveva già presentato un primo esposto pochi giorni dopo l’incidente. Al medico legale Paolo Fais è stato dato un termine di 90 giorni per la presentazione delle proprie conclusioni. Nel frattempo si attende che venga disposta una perizia cinematica sull’incidente.