Caos quarantene nelle scuole: arriva il "cervellone" per fissare la data dei tamponi

Mercoledì 26 Gennaio 2022 di Mauro Favaro
I tamponi agli studenti effettuati in dogana a Treviso
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TREVISO - Caos quarantene alle materne e alle elementari. A volte si allungano pure più del previsto: sono arrivate a 12 giorni, due in più dei canonici dieci. I genitori costretti a restare a casa dal lavoro, quando possibile chiedendo congedi, sono sul piede di guerra. Ma ora sta per essere attivato il “cervellone” che fisserà gli appuntamenti per i tamponi di fine isolamento nei nuovi Covid point comunali. Per l’Usl è la strada per tornare alla normalità con gli screening scolastici. Dopo Zero Branco e Oderzo, tra oggi e domani si partirà anche a Paese. E poi, di seguito, in altri 60 comuni, alcuni dei quali hanno unito le forze. «In un mese abbiamo messo in piedi un sistema estremamente complesso – fa il punto Roberto Rigoli, direttore sociosanitario dell’Usl, regista del progetto dei Covid point comunali – prevedendo un centro dove i nostri operatori riceveranno le liste dalle scuole e fisseranno di conseguenza gli appuntamenti per i test, in base alle disponibilità nei comuni.

L’obiettivo è fare in modo che mamme e papà non debbano più aspettare 4 o 5 ore in coda per fare il tampone ai figli». 


L’INCIDENZA

Si è parlato anche di questo nella riunione online di ieri tra l’ufficio scolastico di Treviso, i presidi delle scuole e l’Usl, con lo stesso Rigoli, Stefano De Rui, direttore della Prevenzione, e Paola Roma, presidente della conferenza dei sindaci. Potrebbe essere l’attesa chiave di volta. Ormai si è al limite. Il Covid oggi è entrato in 3.361 classi. Quasi il 65% di tutte le sezioni delle scuole trevigiane. E in poco meno della metà dei casi (1.492) è scattata la didattica a distanza: in 1.052 sezioni è generale e in 440 è differenziata in base alla situazione vaccinale dei ragazzi. Vuol dire che oltre 20mila alunni e studenti stanno seguendo le lezioni da casa. Per i genitori dei più piccoli è sempre più difficile organizzare le giornate e il lavoro. La situazione è appesantita anche dal fatto che a volte le quarantene si allungano: i bambini e i ragazzi sono costretti a rimanere a casa qualche giorno in più rispetto a quanto previsto perché il servizio Igiene e sanità pubblica (Sisp) fatica a fissare in modo puntuale i tamponi per uscire dall’isolamento. Con tutto ciò che ne consegue. 


LE DIFFICOLTÀ

L’Usl si sta misurando con una mole di lavoro che non ha precedenti. Ma ora i nervi sono a fior di pelle. Nell’ultimo periodo sono state registrate difficoltà del genere nell’istituto comprensivo Casteller di Paese, il più grande della provincia. Quando le quarantene si allungano, le famiglie chiedono conto alla scuola. L’istituto, però, non ha margini di intervento su questo fronte. «Il termine è definito esclusivamente da un provvedimento del Sisp, non dalla scuola – è il succo della comunicazione che il preside Alessandro Pettenà ha inviato ai genitori – al momento l’invio risulta rallentato dalle numerose richieste. Pur comprendendo la fatica delle famiglie coinvolte, si chiede di rinnovare la collaborazione fin qui dimostrata, con l’auspicio che si riesca a normalizzare la situazione in breve tempo. Siamo arrivati ad avere oltre 50 classi con provvedimenti su 97. Più della metà – aggiunge Pettenà – Adesso, però, sembra che il picco sia passato: la situazione sta migliorando. E le famiglie, oltre a qualche caso particolare, hanno sempre offerto collaborazione». 


I PLESSI

Per quanto riguarda Paese, proprio ieri mattina il Sisp ha sbloccato i tamponi che erano in coda. «Abbiamo preso in carico l’istituto comprensivo sbloccando tutte le situazioni pendenti – conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – grazie alla piattaforma e all’accordo con i Comuni per i Covid point, non ci saranno più problemi di questo tipo». Il discorso vale praticamente per tutte le scuole. «La situazione a oggi è critica. Le nuove disposizioni hanno inevitabilmente portato a situazioni poco chiare rispetto alle tempistiche e alle competenze – spiega Maria Francesca Dileo, preside degli istituti comprensivi di Zero Branco e di Casier – Il disorientamento in questo momento c’è. Ed è più che legittimo e comprensibile». L’istituto comprensivo Felissent di Treviso è sulla stessa linea. «Ci sono difficoltà di organizzazione e gestione che sono comprensibilissime – evidenzia la preside Francesca Magnano – È necessario distinguere tra la misura sanitaria e la didattica. Le famiglie si rivolgono alla scuola anche per le misure sanitarie. Ma queste non sono di nostra competenza. Noi cerchiamo di fare il possibile per agevolare genitori e alunni, consapevoli che in questo periodo l’impegno del Sisp è enorme». Adesso si attende la svolta con i Covid point comunali. 

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