Alunni in difficoltà, i loro compagni delle medie Coletti di Treviso diventano tutor per aiutarli

Domenica 12 Maggio 2024 di Mauro Favaro
Alunni in difficoltà, i loro compagni delle medie Coletti di Treviso diventano tutor per aiutarli

TREVISO - Aiutano i compagni arrivati dall’estero che non parlano ancora bene in italiano e quelli fragili o con bisogni educativi speciali. Nelle scuole medie dell’istituto comprensivo Coletti di Treviso a dare una mano sono direttamente gli alunni. Alunni tutor, sono stati ribattezzati.

Dopo aver raccolto le candidature, sono stati selezionati quindici ragazzi. E l’impatto è tutt’altro che secondario in un istituto con una quota di iscritti stranieri che oscilla tra il 30 e il 40 per cento, fermo restando che la percentuale è “gonfiata” da chi non ha la cittadinanza ma è nato e cresciuto in Italia. Il progetto è finanziato dal Rotary club Treviso.

INTEGRAZIONE ED INCLUSIONE

«Le attività stanno andando per il meglio – spiega la preside Angela Ferraro – nell’educazione tra pari ci sono vantaggi importanti, che si traducono in una maggiore integrazione e inclusione». Sono i coordinatori di classe a gestire gli interventi. Oltre all’attività generale, gli alunni tutor possono affiancarsi ai compagni magari prima di un compito o di una verifica. Nella maggior parte dei casi all’interno della stessa classe. Ma non manca nemmeno l’aiuto tra diverse sezioni. Nell’80% dei casi si lavora sull’alfabetizzazione. Cioè si cerca di fare in modo che chi è arrivato da altri Paesi impari l’italiano, o lo rafforzi, parlando direttamente con i compagni. Per il rimanente 20%, invece, vengono seguiti da vicino alunni con bisogni educativi speciali.

«Si tratta di un progetto molto importante, di cui andiamo orgogliosi – sottolinea la dirigente – certo che, allo stesso tempo, evidenzia il fatto che alla scuola non vengono assegnate tutte le risorse di cui avrebbe bisogno». Il riferimento non è solo agli insegnanti di sostegno. Gli alunni che arrivano dall’estero, ad esempio, per legge devono essere inseriti in una classe anche se non parlano una sola parola di italiano. Senza che per questo sia formalmente previsto qualche specifico intervento di supporto. In sintesi, ogni scuola si arrangia.

LE RISORSE

Ferraro, comunque, si schiera contro l’idea di inserire un tetto per gli alunni stranieri. «Il punto vero è che il ministero non ha ancora assegnato dei fondi per favorire il processo di inserimento», mette in chiaro. L’istituto comprensivo Coletti, tra l’altro, può contare anche sulla Scuola della pace portata avanti di pomeriggio dai volontari della comunità di Sant'Egidio. Dopo Santa Bona, quest’anno è stata attivata anche a San Liberale. «Ci sono volontari meravigliosi – dice la preside – che creano momenti in cui si costruisce amicizia, confronto e si condividono tempo e spazi. Il tutto gratuitamente. Non smetterò mai di sottolinearlo».

LE DISABILITA’

Il discorso è simile per quanto riguarda l'idea di classi differenziali per gli alunni con disabilità, nelle ultime settimane al centro di grandi polemiche dopo l’uscita del generale Roberto Vannacci. «Su questo tema l’Italia è all’avanguardia. Bisogna andare avanti, superando le difficoltà, non tornare indietro – conclude Ferraro – il tema potrebbe essere affrontato in modo diverso solo per quanto riguarda i ragazzi con gravi problemi che portano ad aggressività e violenza. In questi casi si potrebbe forse pensare anche ad altri contesti. Ma il punto sta al massimo nella pericolosità, non certo nella disabilità».

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