Via Roma a Treviso agli inizi del Novecento: cartoline dalla città che non c'è più

Sabato 17 Febbraio 2024 di Carolina Pupo
PRIMI DEL NOVECENTO Così appariva borgo Altinia a Treviso: solo negli anni Trenta assume il nome di via Roma

TREVISO - Numerose sono le cartoline postali che documentano questo scorcio di Treviso, colto dall’alto del campanile di San Martino. Gli scatti panoramici restituiscono il volto che nei primi decenni del ‘900 aveva il borgo Altinia, poi intitolato a Vittorio Emanuele II e dagli anni Trenta divenuto via Roma, irrimediabilmente cancellato dal bombardamento del 7 aprile 1944. Si possono vedere, sullo sfondo a destra, la stazione ferroviaria (1852), al centro gli edifici del dazio (1857), l’ampio viale divenuto ingresso principale della città dopo l’apertura della barriera daziaria e la chiusura al transito dell’antica porta Altinia (1861). In primo piano, sulla destra, campeggia una grande costruzione, in origine caserma della Serenissima. È in particolare questo presidio militare, composto da un edificio centrale e da due laterali, a caratterizzare le due vedute fotografate a poco più di una decina d’anni di distanza tra loro. Costruita nel 1778 la caserma intitolata a San Marco ospitava due compagnie di cavalleria; l’ampio spazio di fronte all’ingresso fungeva da maneggio. Nel periodo austriaco la caserma prese il nome di Altinia e dopo l’Unità venne dedicata a Umberto I. Dismessa la funzione militare e divenuto di proprietà comunale, il fabbricato rimase sottoutilizzato. Nel 1872 ospitò l’Esposizione Regionale di agricoltura, industria e belle arti, organizzata dalla Deputazione Provinciale per promuovere il progresso agricolo e manufatturiero locale e dare slancio alle attività industriali del territorio.

IL PALAZZO DELL'ECONOMIA

Dopo la Prima guerra mondiale la destinazione d’uso cambiò radicalmente. I bombardamenti austriaci del 1917 avevano distrutto la Camera di Commercio e Industria che aveva sede nell’odierna via Santa Margherita. Dopo un primo trasloco in un palazzo di nuova costruzione in via Indipendenza, rivelatosi però insufficiente, nel 1929 gli enti interessati acquistarono dal Comune l’ex caserma, oltre a una porzione del terreno antistante. Il progetto di modifica e ampliamento fu affidato all’ingegnere moglianese Pietro Motta (1899-1953). Venivano conservati la quasi totalità dei muri portanti e il tetto, mentre si costruiva ex novo un corpo di fabbrica semicircolare davanti all’edificio centrale, raccordato armonicamente con i due laterali, a loro volta modificati nel primo piano con l’apertura di quattro grandi vetrate. Il nuovo complesso accoglieva al piano terra un vasto salone con piccoli locali ad uso delle varie aziende private e sportelli bancari, due caffetterie, un ufficio postale e telefonico e altri locali di servizio. Al primo piano si trovavano gli uffici del Consiglio Provinciale e dell’Economia, al secondo le sedi delle Federazioni Commercianti e Industriali. Il palazzo, dall’aspetto marcatamente monumentale, era quasi unico nel suo genere a Treviso. La facciata principale, ripartita in due ordini, presentava ingressi maestosi, pilastri bugnati e finestre dai contorni ornatissimi: quella centrale era sormontata da un timpano con gruppo statuario allegorico. La nuova sede della Borsa venne inaugurata il 4 novembre 1931, insieme a quella delle Poste e Telegrafi e al monumento ai Caduti in Piazza della Vittoria, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Dopo la Seconda guerra mondiale sull’area venne edificato il complesso Siamic, su progetto dell’ingegnere Pier Adalberto Perona (1925-2016). Il nuovo palazzo della Borsa sorse nel 1954 nell’odierna omonima piazza.

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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