VENEZIA - «C’è bisogno di un regolamento. Chi vorrà affittare ai turisti per tutto l’anno - e il Comune darà la possibilità di farlo - dovrà sottoscrivere un regolamento comunale e dovrà spiegare agli ospiti come vivere in città seguendo le regole». Ieri si è espresso così, il sindaco Luigi Brugnaro, in occasione del tradizionale rito dell’accensione dell’albero del Natale veneziano in piazza San Marco, accompagnato da alcuni rappresentanti di Giunta e di municipalità.
RITORNO ALLA NORMALITÀ
Posizionato in mezzo alla piazzetta, tra Palazzo Ducale e Biblioteca Marciana, il grande abete naturale di quest’anno - alto 15 metri e decorato con sfere dorate e un vistoso puntale a forma di stella - vuole lanciare un messaggio di ritorno a quella normalità che, dopo gli anni complicati del Covid, è stata a lungo auspicata. Sui cambi di casacca verificatisi ultimamente in area Fucsia, come quello della consigliera comunale Silvia Peruzzo Meggetto (passata a Fratelli d’Italia) e del consigliere di Municipalità Stefano D’Almo (al gruppo Misto), Brugnaro ha commentato: «Si cerca di saltare sul carro più appetibile, che non è detto però sia quello giusto. L’importante comunque è che i due consiglieri siano rimasti nella maggioranza. Grande rispetto, ma sono scelte che io non avrei fatto: cambiare casacca per me si chiama trasformismo». Un accenno anche alla proposta della senatrice Stefania Craxi (Forza Italia), che in una sorta di lettera aperta ha suggerito che il Mose venga intitolato al compianto Gianni De Michelis. «Prima di intitolarla a qualcuno, l’opera va finita. Abbiamo problemi più urgenti; sono temi – ha detto Brugnaro – da trattare con calma, evitando divisioni». Se ai fuochi di Capodanno si potrà assistere distribuendosi sulle rive di tutto il Bacino, fino ai Giardini, per quelli della festa del Redentore, bloccati durante la pandemia, Brugnaro ha esortato alla prenotazione, prevista anche per il prossimo anno dopo l’ultima esperienza. Un Natale 2022 di rinascita, dunque, «in cui tutti devono sentirsi protagonisti e orgogliosi di un territorio corale, dove anche il contributo d’accesso è fatto solo per rendere la città più vivibile in qualche momento dell’anno».