Venezia. Grand Hotel Ferro Fini, il rifugio dei vip nel quale ci fu il primo incontro tra Hitler e Mussolini - Foto

Mercoledì 15 Maggio 2024 di Angela Pederiva
Venezia. Grand Hotel Ferro Fini, il rifugio dei vip nel quale ci fu il primo incontro tra Hitler e Mussolini

Winston Churchill entra a passo veloce, Ingrid Bergman si mette in posa davanti all'affaccio sulla Salute sotto gli occhi di Roberto Rossellini, Cary Grant è seduto sull'imbarcadero. Com'erano e dov'erano, gli illustri ospiti del Grand Hotel Venezia si materializzano a Palazzo Ferro Fini, attraverso le gigantografie che raccontano un secolo di lusso, potere e divismo sul Canal Grande, tra le foto in bianco e nero ma anche le porcellane e le posaterie, documenti e oggetti usciti dai depositi per rievocare gli albori del turismo di alta classe, proprio nella città che ora vive le fortune e le fatiche dell'overtourism con contributo d'accesso.

Da oggi, e fino al 30 novembre, i saloni dell'assemblea legislativa veneta rivivono i fasti che fra il 1868 e il 1968 videro le ex residenze nobiliari dei Contarini-Ferro-Manolesso e dei Flangini-Fini diventare un albergo da sogno, prima di trasformarsi ancora in una sede istituzionale.

Cary Grant


Alla vernice dell'esposizione, promossa dal Consiglio regionale con il patrocinio del Comune di Venezia, il segretario generale Roberto Valente spiega che l'idea è maturata proprio ripercorrendo la lunga storia del duplice edificio: «Dopo le celebrazioni per il cinquantesimo della Regione, abbiamo avuto la curiosità di chiederci cosa fosse successo nei cent'anni precedenti, dato che ogni tanto si sussurrava che qui avesse soggiornato questo o quell'altro personaggio». Voci d'altri tempi che, con il coordinamento organizzativo di Antonella Lazzarini, hanno trovato riscontro iconografico negli archivi di Comune-Fondo Giacomelli, Ipav-Fondo Filippi, Luce-Cinecittà, Fondazione Alinari, Cameraphoto Epoche-Vittorio Pavan, Graziano Arici, British Pathé, Fondazione Louis Vuitton e in una collezione privata. Dice il presidente Roberto Ciambetti: «Siamo orgogliosi di poter restituire una testimonianza della vitalità di una città capace di lanciare imprese, eventi e marchi che sono stati apripista nel mondo».

Luigi Pirandello e Marta Abba


Come ad esempio Ciga, a cui l'ex direttore Walter Cesare con il figlio Alessandro ha dedicato l'associazione culturale "Le memorie della Compagnia italiana grandi alberghi", che conserva oltre 6.000 cimeli risalenti all'epoca aurea dell'hôtellerie veneziana, fra cui quelli prestati a questa rassegna: i piatti e le tazze con il bordo in oro di Richard Ginori, le cartoline promozionali della prestigiosa struttura, le guide tascabili per i turisti stranieri, il mantello con cappello della divisa da portiere. Spunta pure un menù, in italiano e in francese, per il pranzo del 1° giugno 1936: brodo ristretto in tazza, crema di legumi primizia, scampi alla mugnaia, ombrina fredda alla russa, costata di bue arrosta al forno con piselli al burro, pollo novello allo spiedo con patate al burro e insalata mimosa, torta Polignac e cestini di frutta, per un totale di 30 lire.

 Lord Anson e Anne Bowes

Hotel Ferro Fini a Venezia: gli aneddoti


Protagonisti dell'epopea centenaria sono stati gli Ivancich, rappresentati alla cerimonia «con commozione e gratitudine» dall'ambasciatore Giacomo Ivancich Biaggini e dalla nipote Irina Ivancich Marchese: una famiglia di armatori dalmati che acquistarono i due palazzi adiacenti con l'obiettivo di renderli una perfetta macchina alberghiera. «Qui è nato il turismo di alta qualità», osserva l'assessore Simone Venturini. Annota la curatrice Franca Lugato: «Nel corso della sua storia, il Grand Hotel ebbe tre gestioni. Prima la ditta di Giuseppe Spatz e Domenico Occhetti, poi la Ciga, quindi la Saigat. La seconda coincise, fra il 1909 e il 1948, con la fase più scintillante, anche per la notorietà internazionale della clientela. Curiosità: le fotografie di quel periodo sono state scattate prevalentemente all'esterno, perché la direzione imponeva il massimo rispetto della privacy».

Winston Churchill


Nell'elegante catalogo, che contiene pure i contributi dello storico Mario Isnenghi, della docente giapponese Ewa Kawamura e dell'architetto Franco Posocco, la giornalista Margherita Carniello descrive i volti e narra gli aneddoti conservati fra la sala Cuoi che fu spazio per sontuosi ricevimenti e fumoir per colloqui riservati, il salone degli Specchi, la suite reale che adesso accoglie gli uffici dei vertici consiliari. Ogni immagine offre uno spunto, in un affascinante intreccio fra nobiltà, politica, cinema, arte, letteratura. Il pioniere dei vip Edouard Manet, che da padre dell'Impressionismo dipinse due acquerelli del Canal Grande visto dai banconi del Grand Hotel. Lo storico incontro tra il re Vittorio Emanuele II e l'imperatore Francesco Giuseppe.

Hitler a Venezia

Il primo faccia a faccia tra Adolf Hitler e Benito Mussolini, ma anche il viaggio di piacere di Hermann Göring con la moglie Karin. Interminabile l'elenco degli scatti: Giorgio duca di Kent con la principessa Marina di Grecia, la scrittrice Matilde Serao, il drammaturgo Luigi Pirandello con l'attrice-musa Marta Abba, il compositore Richard Strauss, il divo hollywoodiano Tyrone Power, solo per citarne alcuni. Interessante la sezione riservata alla moda, con gli scatti delle modelle di Dior. Imperdibili i pannelli che omaggiano il celebre "Bal oriental" a Palazzo Labia del 1951: diversi partecipanti al ballo del secolo dormirono proprio al Grand Hotel, a lungo collegato da un ponte di pietra a The Gritti Palace, che ne fu la dépendance e adesso cura il raffinato brindisi inaugurale. La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, con ingresso libero.

Ultimo aggiornamento: 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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