MIRANO (VENEZIA) - Incassava la pensione della vecchia zia malata e, invece di versarla alla casa di riposo dove l’anziana era ricoverata, se la intascava. Con questa accusa di appropriazione indebita è finita a processo una 69enne di Mirano, Alessandra Rinaldi. La signora, assistita dall’avvocato Maria Francesca Tramontin, ha chiesto di patteggiare una pena concordata con la Procura: 5 mesi e 300 euro di multa, con la sospensione della pena, applicati ieri dal giudice monocratico di Venezia, Savina Caruso. Al processo si è costituita parte civile, con l’avvocato Antonia Mazzola, anche l’avvocato Martina Boato, amministratore di sostegno dell’anziana signora, che ora potrebbe avviare una causa civile contro la nipote.
Il fatto venne scoperto nel 2010, quando l’istituto Mariutto, la casa di riposo di Mirano dove da qualche anno era ricoverata l’anziana, segnalò che non veniva pagata la retta. Fu poi l’amministratore di sostegno della donna a presentare la denuncia. Secondo la ricostruzione della Procura, la signora Rinaldi era cointestataria del conto corrente dell’anziana zia dove l’Inps le versava la pensione e l’indennità di accompagnamento. Invece di prelevare quei soldi per pagare le rette della casa di riposo, la nipote li avrebbe intascati «approfittando - precisa il capo di imputazione - delle condizioni di salute» della zia, non più autosufficiente e con un problema di demenza. Una situazione che si sarebbe protratta tra il 2007 e il 2010, per un totale di circa 32mila euro sottratti alla zia ricoverata.
Insomma, un’altra storia triste di vecchiaia e solitudine. In questo caso, l’anziana ha ancora bisogno di un’assistenza costante. E l’amministratore di sostegno ha chiesto anche il contributo del Comune per coprire le spese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il fatto venne scoperto nel 2010, quando l’istituto Mariutto, la casa di riposo di Mirano dove da qualche anno era ricoverata l’anziana, segnalò che non veniva pagata la retta. Fu poi l’amministratore di sostegno della donna a presentare la denuncia. Secondo la ricostruzione della Procura, la signora Rinaldi era cointestataria del conto corrente dell’anziana zia dove l’Inps le versava la pensione e l’indennità di accompagnamento. Invece di prelevare quei soldi per pagare le rette della casa di riposo, la nipote li avrebbe intascati «approfittando - precisa il capo di imputazione - delle condizioni di salute» della zia, non più autosufficiente e con un problema di demenza. Una situazione che si sarebbe protratta tra il 2007 e il 2010, per un totale di circa 32mila euro sottratti alla zia ricoverata.
Insomma, un’altra storia triste di vecchiaia e solitudine. In questo caso, l’anziana ha ancora bisogno di un’assistenza costante. E l’amministratore di sostegno ha chiesto anche il contributo del Comune per coprire le spese.
