MESTRE - Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato dal cavalcavia superiore di Marghera lo scorso 3 ottobre, non è stato colpito da un malore fatale: a provocare la sua morte è stato il trauma cranico conseguente al grave incidente stradale. Lo ha stabilito l’autopsia effettuata dai consulenti medico legali incaricati dalla Procura. La relazione conclusiva è stata depositata e messa a disposizione delle parti processuali.
Nel grave incidente sono morte 21 persone e altre 15 hanno riportato ferite, alcune molto gravi.
Ora si attendono i risultati delle perizie sullo sterzo del bus, per verificare l’ipotesi di un possibile guasto, e sul guardrail per capire se la presenza di una struttura non a norma abbia contribuito a quanto accaduto.
L'esito dell'autopsia
Secondo l'analisi del medico legale «la causa del decesso del signor Alberto Rizzotto è identificata in uno sfacelo cranio encefalico e asfissia meccanica violenta con aspirazione di sangue in politrauma della strada.
Si tratta di morte rapida, ma non immediata, con breve sopravvivenza del de cuius in seguito allo sfacelo cranio encefalico. Non risultano esservi elementi tecnico oggettivi idonei a sostanziare compiutamente l’ipotesi che il signor Rizzotto soffrisse di una coronaropatia sintomatica. I rilievi emersi dall’approfondimento cardio-patologico svolto dalla professoressa Basso risultano più probabilmente riconducibili ad un quadro silente, asintomatico in vita.
Sussiste nesso di causalità materiale certo tra il sinistro stradale, avvenuto in data 3.10.2023 alle 19.45, presso via della Libertà, cavalcavia Venezia/Marghera e il decesso del signor Alberto Rizzotto».