Missili. Ne servono tanti, e subito, all’Ucraina per difendere le città dai bombardamenti russi. «Abbiamo i Patriot, abbiamo i sistemi antimissile, dobbiamo tirarli fuori dai magazzini e inviarli in Ucraina». È un appello ruvido, quello dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell dal G7 di Capri.
L’APPELLO
Si rivolge a Roma, l’Ucraina ferita da due anni di guerra con Vladimir Putin. Ma non sarà possibile al momento assecondarne la richiesta. L’Italia ha già inviato in Ucraina una batteria di Samp-T, il sistema anti-missile a produzione italo-francese che crea uno “scudo” aereo intorno a obiettivi sensibili. E al momento si fermerà qui. Sono cinque le batterie attualmente a disposizione in Italia, più un’altra utilizzata per le esercitazioni. Non si muoveranno di un metro: servono a proteggere lo Stivale in occasione dei grandi summit internazionali attesi nei prossimi mesi. Su tutti, il G7 di Borgo Egnazia, il raduno dei leader occidentali, da Biden a Macron, nella località pugliese vicino a Bari, il prossimo 13 giugno. Spetta all’Italia, che ha la presidenza di turno, assicurare che non voli una mosca sopra i cieli pugliesi in quella due giorni attesa col fiato sospeso dalla premier Giorgia Meloni e tutto il governo. Un’altra batteria di Samp-T, spiegano fonti militari, è stata dispiegata per proteggere il summit dei ministri degli Esteri a Capri. E ancora, servirà il Samp-T per assicurare la protezione della passerella di leader mondiali attesa a Roma, anzi in Vaticano, in occasione del Giubileo 2025.
A marzo, la Difesa italiana ha ritirato la batteria posizionata al confine slovacco un anno fa, per liberare e inviare in Ucraina i Patriot americani dispiegati sul confine della Nato. Un rientro previsto, hanno spiegato da Roma. Ma il presidente slovacco (e filorusso) Robert Fico, irritato, ha dato un’altra versione: «Ne hanno bisogno in un altro posto». I grandi eventi remano contro Zelensky. Non solo in Italia: anche in Francia non c’è una batteria Samp-T che si possa ad oggi smobilitare, perché sono già dispiegate per le Olimpiadi di luglio e a protezione delle centrali nucleari. Un ombrello quasi infallibile - il raggio di azione è di cento chilometri, ma la precisione è massima nei primi venticinque - e per questo indispensabile per le città ucraine sotto tiro. La linea politica a Roma non è mai cambiata. Da Bruxelles, al Consiglio europeo, Meloni ha ribadito lo sforzo: «Faremo il possibile». Il nono pacchetto di aiuti militari è in fase di preparazione e conterrà anche equipaggiamento per la difesa aerea. Ma niente Samp-T.
LO SFOGO
C’è un altro problema: l’industria. Ieri il ministro della Difesa si è sfogato contro i produttori - in cima alla lista c’è Mbda, anche se non fa nomi - che vanno troppo a rilento. «Sono arrabbiato, l’Italia ha ordinato sistemi Samp-T due anni fa, l’industria che ha la commessa dice che li consegnerà fra tre anni: pensate si possa difendere il Paese con questi tempi?». L’allarme ha un antefatto. La pioggia di missili e droni iraniani contro Israele - abbattuti dal formidabile sistema Iron dome e dalla contraerea - ha fatto sussultare i Paesi Nato. «Se succede da noi, siamo pronti?», la domanda ricorrente tra i vertici militari. È una fase critica, per l’Ucraina e per l’Europa alle prese con i suoi limiti politici e industriali. Un ombrello solo non basta per tutti.