Scoperto pianeta a forma di palla da rugby: il telescopio Cheops svela "l'ovale" ad anni luce di distanza

Calcoli alla mano, si trova a circa 1.533 anni luce dalla Terra, nella costellazione di Ercole, ed è grande quasi il doppio di Giove

Mercoledì 12 Gennaio 2022 di Laura Larcan
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Un pianeta a forma di pallone da rugby o da football americano.

No, non è la scena di un film di fantascienza o l’episodio di una serie sci-fi di Netflix. E’ realtà. Ne saranno lusingati, chissà, i tanti fan del gioco. Si tratta di WASP-103b, un nuovo pianeta scoperto grazie al telescopio spaziale “Exoplanet Identification Satellite” CHEOPS dell’Agenzia Spaziale Europea. La sua caratteristica è la forma allungata, ovale, quasi una sagoma simile al pallone di rugby, appunto. Calcoli alla mano, si trova a circa 1.533 anni luce dalla Terra, nella costellazione di Ercole, è grande quasi il doppio di Giove, ha una massa pari a 1,5 volte quella del gigante gassoso ed è circa cinquanta volte più vicino alla sua stella di quanto lo sia la Terra al Sole.

Perché ha la forma ovale e non quella sferica? Si deve alle gigantesche forze di marea al quale è sottoposto. Protagonista della scoperta è stato un team internazionale composto da ricercatori delle Università di Berna e Ginevra e del Centro nazionale di competenza nella ricerca (NCCR) PlanetS, che grazie ai potenti "occhi" di Cheops ha potuto rilevare per la prima volta la deformazione di un pianeta (anche perché il pianeta era stato già osservato nel 2014). La scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics ed ora sta calamitando l’attenzione della stampa scientifica.

«Sulla Terra, le maree sono principalmente generate dalla luna - si legge in un estratto dello studio - La sua attrazione gravitazionale provoca un accumulo di acqua nella regione oceanica sottostante, che poi manca nelle regioni circostanti e quindi spiega la bassa marea. Sul pianeta WASP-103b, le maree sono molto più estreme. Il pianeta orbita attorno alla sua stella in un solo giorno ed è deformato dalle forti forze di marea in modo così drastico, che il suo aspetto ricorda un pallone da rugby».

«A causa della sua grande vicinanza alla sua stella, avevamo già sospettato che sul pianeta fossero causate maree molto grandi. Ma non eravamo ancora stati in grado di verificarlo», spiega il coautore dello studio Yann Alibert, professore di astrofisica al Università di Berna e membro del NCCR PlanetS. Il telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA e il telescopio spaziale Spitzer della NASA avevano già osservato il pianeta. «In combinazione con l’elevata precisione e la flessibilità di puntamento di CHEOPS, queste osservazioni hanno consentito ora ai ricercatori di misurare il minuscolo segnale della deformazione delle maree del pianeta ad anni luce di distanza».

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