Ale Garbisi e l'Italrugby: «La miglior sconfitta di sempre con l'Inghilterra non mi rende felice. Dobbiamo crescere e vincere, ci proveremo in Irlanda»

Giovedì 8 Febbraio 2024 di Ivan Malfatto
Italia e Inghilterra all'Olimpico di Roma schierate per gli inni

ROMA - Potevo essere più preciso nel gioco al piede e nelle uscite dal nostro campo, uno dei focus chiesti dal nuovo ct Gonzalo Quesada.

Ho fatto calci nel box troppo corti. Questo ha permesso a loro di essere sul piede avanzante e a noi di non mettere la pressione voluta. Anche mio fratello Paolo ha fatto calci d’invio troppo corti e su questa situazione gli inglesi mettevano tanta pressione creandoci delle difficoltà».

Deve ancora compiere 22 anni, ma Alessandro Garbisi dimostra maturità e autocritica nell’analisi del match degne di un veterano. Nell’esordio dell’Italia al Sei Nazioni il mediano di mischia di Martellago, in forza al Benetton, ha giocato per l’8ª volta in maglia azzurra e la 3ª in coppia con Paolo all’apertura. Ha segnato la bella meta del 10-0 e ha contribuito alla seconda di Tommaso Allan. È fra i protagonisti del miglior risultato di sempre in 31 sfide con l’Inghilterra. Una sconfitta 27-24 (precedenti 23-19 e 19-15) che una volta gli Azzurri avrebbero celebrato come una vittoria. Da “rookie” azzurro, classe 2002 come Pani e Menoncello, avrebbe mille motivi per godersela. Invece va giustamente al sodo. A cosa non ha funzionato. Al fatto che per l’Italia dopo 25 anni di Sei Nazioni è finito da tempo...il tempo delle onorevoli sconfitte.
«Non siamo contenti della sconfitta con il minor scarto - afferma deciso - Perché il campo ha dimostrato che potevamo vincere e non ci siamo riusciti. Restano la soddisfazione di aver disputato una buona gara e la dimostrazione che ce la siamo giocata fino alla fine. Ma prevale il rammarico di aver lasciato troppo il campo e il pallino del gioco in mano all’avversario fra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo. Dobbiamo lavorare per migliorare».

Qui si focalizza l’analisi. Cosa è successo dopo quella mezzora iniziale dominante? Dove l’Italia ha avuto possesso, territorio, ha segnato due mete di ottima fattura, conduceva 17-10 e aveva in mano il match? «È mancata un po’ la disciplina» spiega Garbisi. Il conteggio dei falli dice 11 Italia e 8 Inghilterra, neanche male. Ma in quel frangente gli azzurri hanno concesso 2 serie di 3 falli consecutivi, permettendo agli inglesi avanzamenti o punti al piede. Inoltre la mischia è andata in sofferenza e la touche si è inceppata (4 rubate, tante sporcate).
«Dopo le due mete segnate - continua il mediano di mischia - abbiamo concesso troppi calci e permesso a loro di stare troppo nella nostra metà campo. Questo ci ha tolto fiducia. A inizio secondo tempo siamo stati imprecisi nelle uscite dal nostro campo. E quando l’Inghilterra sta nei tuoi 22 metri sai che prima o dopo riesce a segnare, con le mete o i calci. Anche se difendi bene. E noi l’abbiamo fatto, reggendo l’impatto con la loro proverbiale fisicità. Penso al finale di primo tempo, quando non abbiamo concesso meta nel loro doppio e furioso assalto sulla linea dei cinque metri».


LA BELLA META
Accanto all’amarezza della sconfitta, resta il dolce sapore della meta personale segnata. «È la terza in azzurro, dopo le due alla Romania, ma non ci sono paragoni - confessa Ale - Alla mia prima volta all’Olimpico iniziare la partita così è il massimo». Una meta costruita, non casuale. «Nasce dal sistema di gioco portato dal ct. Sapevamo che la loro difesa metteva pressione, ma lasciava qualche spazio dove essere attaccata. Nacho Brex è stato bravo a farlo e a liberare l’ovale con un off load, Lorenzo Cannone è stato bravo a seguirlo. Io ho svolto il mio compito di sostegno nei break e ho concluso. Ero in sostegno interno anche sulla meta di Allan, un tre contro uno dove all’esterno c’era Lorenzo Pani, li non ce n’è stato bisogno di darlo».

LA SFIDA CON L'IRLANDA

Infine la prossima partita, domenica a Dublino alle ore 16 contro contro l'Irlanda: «Sappiamo che sarà una sfida molto difficile - conclude Ale Garbisi - Ci porteremo tutto quello che di positivo abbiamo fatto contro l'Inghilterra e tenteremo di migliorare quanto fatto di negativo preparando la gara al meglio. Sappiamo che non è facile giocare all'Aviva Stadium, serve tanta energia, ma noi ce la metteremo tutta per provare a fare risultato».

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 02:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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