Lo Spid, cioè il Sistema Pubblico di identità Digitale, è nato per semplificare i processi burocratici.
Un fine nobile e necessario nel 2022 per sfruttare i vantaggi del digitale che serve, appunto, per semplificare.
Tutto qui? Niente affatto. Perché il vero scoglio è il riconoscimento: per attivare lo Spid è - giustamente - necessario che il gestore abbia la certezza assoluta che a richiederlo sia la persona fisica a cui appartengono i documenti. Se si possiede una carta d’identità o un passaporto elettronico, l’operazione è abbastanza semplice (si fa per dire: i documenti vanno fotografati con una precisione e una mano ferma degna di Helmut Newton, altrimenti si rischia di dover ricominciare tutto daccapo). In caso contrario, poveri voi. Alcuni gestori offrono la possibilità di farsi riconoscere da un operatore via webcam, ma bisogna prendere un appuntamento e possono passare settimane. Altri invece, come Poste appunto, prevedono la possibilità di recarsi in un ufficio (cioè quello che lo Spid dovrebbe evitare, ma vabbè) per completare la procedura, che ha un costo di 12 euro. Ok, direte voi, chi non ha un ufficio postale vicino casa? Eh no, non è così semplice. Dopo che vi sarà arrivato via mail il codice della pratica, l’app delle Poste vi consiglierà di prendere un appuntamento in un ufficio: per farlo dovrete andare sul sito di Poste (un altro) e creare un account (sì, altri username e password). A quel punto potrete prendere appuntamento, ma non in tutti gli uffici postali. Vi manderanno il vostro Qr Code via mail, vi recherete puntuali allo sportello e allora sì, il vostro Spid sarà finalmente pronto. Ah, un’ultima cosa: la password dello Spid dev’essere cambiata ogni due mesi per ragioni di sicurezza. Cominciate ad allenare la memoria, ché la rivoluzione della semplicità è solo all’inizio.