Giudicatemi con «benevolenza».
Papa Francesco al Sinodo, non voglio una Chiesa clericalizzata con il listino prezzi per le messe
«Chiedete al Signore che mi benedica. Le vostre preghiere mi danno forza e mi aiutano a discernere e ad accompagnare la Chiesa ascoltando lo Spirito Santo». Il periodo che Bergoglio ha appena concluso, quello del sinodo sulla Sinodalità, è stato particolarmente denso di tensioni e preoccupazioni. I lavori sinodali avviati dalle conferenze episcopali tre anni fa hanno avuto come obiettivo quello di verificare la possibilità di fare avanzare le riforme.
«Essere Papa - osserva - non significa perdere la propria umanità. Al contrario, la mia umanità cresce ogni giorno di più con il popolo santo e fedele di Dio. Perché essere Papa è anche un processo. Si prende coscienza di ciò che significa essere un pastore. E in questo processo si impara ad essere più caritatevoli, più misericordiosi e, soprattutto, più pazienti, come il nostro padre Dio, che è così paziente». E ancora: «Posso immaginare che tutti i Papi, all'inizio del loro pontificato, abbiano avuto quella sensazione di paura, di vertigine, di chi sa che sarà giudicato duramente. Perché il Signore chiederà a noi Vescovi di rendere seriamente conto del nostro operato. Per favore, vi chiedo di giudicare con benevolenza». Quindi la richiesta «di pregare perché il Papa - chiunque sia, oggi è il mio turno - riceva l'aiuto dello Spirito Santo, sia docile a questo aiuto. Preghiamo per il Papa, perché nell'esercizio della sua missione continui ad accompagnare nella fede il gregge a lui affidato da Gesù, sempre con l'aiuto dello Spirito Santo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. E pregate per me! A favore!»