TRIESTE - Una catena di vulcani sottomarini e stata scoperta nei mari remoti della Terra Vittoria Settentrionale in Antartide, grazie alle indagini geologiche e geofisiche condotte a bordo della nave rompighiaccio italiana ’Laura Bassì dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS nell’ambito del progetto internazionale BOOST finanziato dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e coordinato dall’Universita di Genova.
Il progetto BOOST (Bridging Onshore-Offshore STructures at the Pacific Coast of North Victoria Land, Antarctica: an integrated approach) vede come capofila l’Universita di Genova, coinvolge ricercatori dell’OGS di Trieste, dell’Institute for Geosciences and Natural Resources (BGR) di Hannover e dell’Universita degli Studi Roma Tre e dell’Universita degli Studi di Trieste. Il team scientifico ha realizzato l’acquisizione di dati geofisici e geologici, tra cui: rilievi morfo-batimetrici del fondo mare ad alta risoluzione, linee sismiche e magnetiche, dati aeromagnetici e il prelievo di carote di sedimenti marini. «L’area studiata dal progetto rappresenta una zona chiave per comprendere l’interazione tra i processi geologici legati ai movimenti delle placche litosferiche e l’evoluzione delle calotte glaciali Antartiche» sottolinea Laura Crispini, docente dell’Universita di Genova e responsabile scientifica del progetto. «In passato, la zona e stata quasi per nulla investigata, soprattutto a causa della sua remota posizione geografica, spesso coperta da ghiaccio marino e caratterizzata da condizioni meteomarine estreme. Grazie anche alla combinazione di nuove opportunita logistiche, associate alla presenza di un esperto equipaggio tecnico e scientifico a bordo della N/R Laura Bassi, e le buone condizioni meteomarine, siamo riusciti a registrare un nuovo traguardo esplorativo per future ricerche». L’obiettivo e ottenere risultati utili alla comprensione dei cambiamenti globali che caratterizzano l’evoluzione del sistema Terra, come l’apertura dei bacini oceanici che hanno favorito l’isolamento climatico dell’Antartide con il conseguente raffreddamento e sviluppo della calotta di ghiaccio a partire da circa 34 milioni di anni fa.