Ue, Renzi a Parigi: sì unanime
dei socialisti a Mogherini

Sabato 30 Agosto 2014
Ue, Renzi a Parigi: sì unanime dei socialisti a Mogherini
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Sul nome di Federica Mogherini come Alto rappresentante della politica estera Ue, tra i socialisti europei c' un consenso credo unanime». Lo ha detto il premier Matteo Renzi uscendo dalla riunione dei socialisti europei a Parigi prima del vertice europeo sulle nomine.



Il presidente del Consiglio è volato stamani all'Eliseo per l'incontro con i dirigenti socialdemocratici europei che precede il Consiglio di questo pomeriggio a Bruxelles, convocato per le nomine dei vertici della Commissione. Nel cortile del palazzo presidenziale, Renzi è stato accolto dal presidente francese, Francois Hollande. «In partenza per Parigi, vertice socialisti e democratici europei: crescita, investimenti, occupazione. Europa #cambiaverso», è stato il tweet pubblicato stamani dal premier.



«Credo che Federica Mogherini sarà il prossimo Alto rappresentante» per la politica estera e di sicurezza comune europea, il sostegno alla sua candidatura «è acquisito», ha detto Hollande. «Noi abbiamo tutti ricordato il nostro sostegno» alla Mogherini, «perché è una buona candidata, non

solo perchè è socialdemocratica», ha detto Hollande dopo il vertice, sottolineando che «è giovane, ma ha già esperienza, sono fiducioso che verrà scelta».



«Sulla nomina del presidente del consiglio europeo dal vertice dei leader socialisti europei a Parigi non esce un'indicazione sul nome perché ci sarà bisogno di un'ulteriore discussione che sarà fatta oggi pomeriggio», ha poi detto il premier spiegando che occorre trovare «una figura capace di creare consenso». Un riferimento all'ex ministro socialista francese Pierre Moscovici, che non ha l'appoggio della Germania perché considerato non abbastanza rigorista.



«Siamo in passaggio molto importante». «Siamo a un passaggio chiave, difficile, io non sto facendo una battaglia per l'Italia, stiamo cercando di dire che l'Europa deve cambiare politica economica, che deve essere maggiormente incentrata sulla crescita ma rispettando le regole», ha poi sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi uscendo dalla riunione dei socialisti ribadendo che l'Italia vuole «flessibilità entro le regole che già ci sono».



«Noi rispettiamo tutte le regole, ma rispettare le regole non impedisce di prendere atto che c'è bisogno di più investimenti», ha aggiunto Renzi.



Le nomine. Mogherini è favorita per il ruolo di Lady Pesc, il ministro degli Esteri europeo. La nomina di Mogherini sarebbe praticamente blindata grazie al sostegno ricevuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel - di cui ha dato conto ieri il quotidiano Bild - e quello francese assicurato da fonti dell'Eliseo. La nomina di Tusk (premier polacco) - che può contare sull'appoggio dell'inglese David Cameron e che risponderebbe all'esigenza di dare un incarico di peso al gruppo dei Paesi dell'Est - sarebbe invece ancora insidiata dall'ipotesi Helle Thorning-Schmidt, la premier socialdemocratica danese.



Una scelta, quest'ultima, che secondo alcuni potrebbe rimettere in discussione anche la nomina di Mogherini, sulla quale conta però Merkel, secondo la Bild, per stoppare, grazie all'appoggio dell'Italia, le aspirazioni del francese Pierre Moscovici alla carica di commissario per gli affari economici e monetari. «Ho grande stima per Moscovici e lo considero in grado di svolgere quel ruolo - ha detto Renzi interrogato in proposito -. Ma non tocca a me decidere».



Al di là delle indispensabili cautele della vigilia, il clima intorno alla candidatura della titolare della Farnesina per la successione a Catherine Ashton appare comunque nettamente più positivo rispetto allo scorso luglio. Tanto che il Consiglio europeo - che si riunirà in seduta ristretta e all'insegna della confidenzialità - affronterà il tema nomine come primo punto per poi dedicarsi a questioni più complesse come l'ipotesi di nuove sanzioni alla Russia per la crisi ucraina e le situazioni in Iraq, Siria, Libia e Gaza.



L'economia. Dal vertice ci si attende però anche un «segnale» sul fronte di una situazione economica europea sempre più difficile. Un tema che ieri è stato al centro di un colloquio telefonico tra il presidente permanente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, e Renzi nella veste di presidente di turno dell'Ue. I due hanno concordato di convocare una nuova riunione dei capi di Stato e di governo Ue per il sei ottobre prossimo. «La presidenza italiana organizzerà un vertice 'ad hoc' per discutere delle questioni riguardanti la crescita», ha spiegato il presidente del Consiglio.



Un'iniziativa che risponde anche alle sollecitazioni giunte dal presidente francese Francois Hollande. Ed in vista della quale è già stato deciso di inserire nelle conclusioni del summit un paragrafo in cui si chiede ai ministri delle Finanze di studiare nuovi interventi urgenti per rilanciare investimenti e crescita. Invertendo la tendenza che ha portato l'Ue - e in particolare l'Eurozona - a registrare un aumento del Pil totalmente insoddisfacente, un rischio deflazione crescente e una disoccupazione inaccettabile. «A chi mi chiede se l'Italia violerà il 3% rispondo "no"», ha spiegato Renzi in merito alla richiesta di maggiore flessibilità in Ue. «La flessibilità già c'è» ma «vogliamo utilizzarla meglio, come hanno detto Pier Carlo Padoan e Mario Draghi», ha aggiunto.



Una volta sciolto il nodo delle due nomine Ue da parte dei leader dei 28, toccherà poi al presidente della prossima Commissione, Jean-Claude Juncker, procedere in tempi rapidi all'assegnazione dei portafogli ai nuovi commissari in modo da arrivare, possibilmente a inizio novembre, all'insediamento del nuovo esecutivo. Che dovrà comunque passare prima l'esame dell'Europarlamento.
Ultimo aggiornamento: 19:47

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