Concerto alla Fenice: è il cuore
dell'opera italiana, non l'anti-Vienna

Venerdì 2 Gennaio 2015 di Elena Filini
(archivio)
VENEZIA - Sono le 13,40 di Capodanno: il fiume dei quasi mille presenti al Teatro La Fenice per il concerto di Capodanno trasmesso in diretta (per la seconda parte) su Rai 1 sta lentamente sciamando. Il concerto è da poco terminato: due ore di musica dalle 11.15, anticipate da circa una mezz'ora di sosta nel foyer, a sbirciare presenze (le istituzioni partecipano con Luigi Gubitosi, direttore generale Rai, il sub-commissario di Venezia Sergio Pomponio, il prefetto Domenico Cuttaia, il questore Angelo Sanna, il vice della Regione Marino Zorzato e il presidente della provincia Francesca Zaccariotto) e a studiare il dress code (pochi smoking, molti maglioni, un po' di rosso beneaugurale, ma in genere una sobrietà al limite del dimesso).



Dall'uscita artisti, jeans e Rayban a goccia, sbuca Matthew Polenzani: dopo tre giorni di concerti per un po' il frac rimarrà appeso al chiodo. Polenzani è un ragazzone italo- americano dalla voce straordinaria, è stato la sorpresa del concerto in un cast di tutto riguardo, con Daniel Harding sul podio e il soprano salernitano Maria Agresta. Un tenore all'italiana di quanti non se ne sentivano da anni, che ha subito persuaso il pubblico con lo slancio generoso nell'acuto, la pronuncia perfetta e le timbrate mezzevoci in Che gelida manina. «Essere per me qui oggi - spiega - è un privilegio raro. Nulla come il Concerto di Capodanno della Fenice rappresenta l'anima italiana nel mondo».



Non sarà dunque l'anti-Vienna, ma certo nulla come l'evento del 1 gennaio alla Fenice e la diretta nazionale, fanno battere il cuore dell'opera italiana nel mondo. Dal 2004, anno in cui la fortunata formula è stata brevettata con la bacchetta di Lorin Maazel, il concerto (tre recital in tre giorni come al Musikverein) oltre a portare gli stucchi veneziani nelle case degli italiani, raccoglie in genere il sold- out; anche quest'anno quasi tremila biglietti venduti, dai 15 ai 300 euro.



«Il concerto di Capodanno - aveva anticipato il sovintendente Cristiano Chiarot alle 10.45 nel foyer per accogliere il pubblico - è un regalo che il teatro la Fenice vuole fare alla città di Venezia e all'Italia». Evento popolare di cultura, nell'accezione più nobile del termine, il galà è stato salutato da una sala vestita a festa, con sfarzose composizioni di orchidee, vischio, rose e fiori di cotone, distribuite alle signore a fine mattinata.



Il 39 enne Daniel Harding, già assistente di Simon Rattle e di Claudio Abbado, torna per la seconda volta al Capodanno in Fenice. «La magia di questo teatro e il livello artistico delle sue masse mi rendono orgoglioso della vita che la musica mi fa vivere» spiega prima di entrare in scena mostrando l'anima beethoveniana e quel po' di teatralità italiana ben spesa nel gusto delle alternanze di colori e nella vivacità di ritmo che si esprime in una perfetta Ouverture della Gazza Ladra ma anche negli emozionanti pianissimo del Va' Pensiero. Molto elegante e concentrata Maria Agresta, che alterna il rosso rubino per la parte dedicata alla Bohéme, al nero e tulle per Verdi, nel quale propone un numero oggi laterale rispetto alle sue frequentazioni, la cabaletta Sempre libera degg'io.



Applausi per coro, orchestra, solisti. Finale con effetti spieciali e pioggia di stelle dorate in palcoscenico, l'augurio di buon anno all'Italia e al mondo di Daniel Harding in impeccabile italiano e l'immancabile bis del Brindisi di Traviata. Prosit 2015.
Ultimo aggiornamento: 11:29
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