Il Card. Scola prega sulle spoglie
del Patriarca Marco Cè

Giovedì 15 Maggio 2014
Il Card. Scola prega sulle spoglie del Patriarca Marco Cè
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VENEZIA - Il card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e già Patriarca di Venezia dal 2002 al 2011, è giunto oggi pomeriggio a Venezia per una breve visita con la quale ha voluto rendere omaggio al Patriarca emerito card. Marco Cè, deceduto la sera di lunedì scorso e il cui feretro è attualmente accolto nel battistero della cattedrale marciana per il saluto e la venerazione dei fedeli.



Dopo un breve incontro con il Patriarca Francesco Moraglia e mons. Valerio Comin (segretario del Patriarca emerito Marco), il card. Scola - appena terminato l'afflusso dei veneziani, poco dopo le ore 17 - è sostato in preghiera ed ha presieduto la celebrazione della messa all'altare dello stesso battistero davanti alla salma del Patriarca emerito; al termine ha fatto immediato rientro a Milano. «Era davvero un uomo secondo il cuore di Dio, uno dei più delicati e acuti interpreti della Chiesa italiana del dopo Concilio e molte sue intuizioni saranno ancora feconde in futuro», ha detto nelle poche parole pronunciate poco prima della benedizione finale. «La parola più diretta ed efficace per ricordare il Patriarca Marco è semplicemente la parola amicizia».



«Due parole - prosegue - mi vengono alla mente. Consiglio e sostegno. Ci vedevamo regolarmente per un confronto su orientamenti, problemi, fatiche e decisioni. Sempre ho potuto toccare con mano l'esercizio della prudenza non certo intesa come un ritirarsi di fronte al rischio, ma piuttosto, secondo San Tommaso, come l' auriga virtutum, la virtù primaria che regola e fa concorrere al buon governo tutte le altre. Da dove veniva al Cardinale tanta saggezza? Certamente dall'amore personale a Gesù costantemente nutrito da una immedesimazione profonda con le Scritture che egli amava in modo singolare e che scrutava con indiscussa competenza. Da questo appassionato sguardo centrato su Cristo veniva al Cardinale un amore tenero per il popolo santo di Dio e per tutta la realtà veneziana. Sono molti, anche non credenti, che hanno potuto beneficiare della sua capacità di tessere le fila dell'unità nella città. Per non dire della sua cura appassionata per i sacerdoti cui dedicava tempo senza calcolo. Affidandolo all'abbraccio del Padre, nella preghiera e nell'affetto, gli chiedo di continuare a farmi compagnia».
Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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