Migranti, così Berlino dà il via libera alle intese Ong-scafisti. L'aut aut dell'Italia: se resta la clausola non firmeremo il patto

Il confronto riparte a Bruxelles mercoledì. Nuovo attacco di FdI: «Scholz è incoerente»

Sabato 30 Settembre 2023 di Francesco Malfetano
Migranti, così Berlino dà il via libera alle intese Ong-scafisti. L'aut aut dell'Italia: se resta la clausola non firmeremo il patto

«Il problema non sono le Ong ma il loro rapporto con i trafficanti. Su questo non possiamo accettare compromessi. Né con Berlino né con nessuno». Il dialogo è tutt’ora in corso e, formalmente, non esistono posizioni ufficiali italiane. Tuttavia sugli emendamenti pro-Ong al Patto di migrazione e asilo presentati dalla Germania giovedì, Roma - spiega una fonte al vertice dell’esecutivo - sembra avere idee piuttosto chiare. 

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LA TRATTATIVA
Affinché il cronometro stoppato giovedì dal ministro Matteo Piantedosi al Consiglio Affari Interni della Ue possa ricominciare a correre (e sbloccare l’impasse in vista del vertice informale di premier e Capi di Stato che si terrà a Granada tra pochi giorni) come minimo bisognerà eliminare dal Patto emendato l’articolo “6b”. È questo infatti, il punto che più di altri ha fatto saltare dalla sedia il governo italiano.

Il testo integrale del documento visionato dal Messaggero, tradotto letteralmente recita così: «Le situazioni in cui attori non statali risultano coinvolti nella criminalità organizzata, in particolare nel traffico di migranti, non possono essere considerate come una strumentalizzazione dei migranti quando non c’è la volontà di destabilizzare l’Unione o uno Stato membro». In altri termini - questa l’interpretazione resa all’interno dell’esecutivo - Berlino starebbe cercando di creare «una sorta di salvacondotto» per quelle Ong che «dialogano» con i trafficanti, «coordinandosi» con le loro navi. L’aut-aut “tecnico” è chiaro e non negoziabile. Tant’è che la risposta italiana è stata sostanzialmente non prendere sul serio l’emendamento tedesco, avanzando una proposta provocatoria e non ricevibile per la Germania: i migranti salvati dalle Ong siano accolti da Paesi di bandiera delle navi. 

In pratica dal punto di vista di Roma non esiste una scappatoia linguistica che possa supportare la soluzione di Berlino. Tant’è che, spiega la diplomazia italiana, la riunione del Coreper che si terrà domani a Bruxelles (il comitato è composto dai capi-delegazione in Ue degli Stati membri) neppure dovrebbe affrontare la questione. Il polverone deve ancora abbassarsi prima che si possa sedersi attorno al tavolo. Al limite ci si riproverà, in extremis, mercoledì in una riunione che anticiperebbe di sole ventiquattro ore un vertice, quello informale dei leader a Granada, ritenuto a questo punto più idoneo per affrontare la questione. 

LA CONTROFFENSIVA
Il punto, infatti, è squisitamente politico. Roma è convinta che tenere nero su bianco questo tipo di indicazione significherebbe delegittimare il lavoro compiuto da Giorgia Meloni e i suoi emissari fino a questo punto, lasciando precipitare nuovamente la situazione verso l’isolamento della Penisola nella gestione del dossier migratorio. 

Ed è per questo che la controffensiva italiana è stata così netta, anche ponendo l’accento sull’incoerenza di certe scelte tedesche. Ieri ad esempio sono tornati ad attaccare i capigruppo di FdI Tommaso Foti e Lucio Malan: «Oggi il cancelliere tedesco Scholz ha annunciato che la Germania rafforzerà i controlli ai propri confini per fermare il flusso di migranti illegali che arrivano da Polonia, Austria, e Repubblica Ceca. Si tratta dello stesso cancelliere, alla guida di una maggioranza socialista e di estrema sinistra, che si vanta di finanziare le Ong per trasportare migranti in Italia». E ancora, il capodelegazione di Fratelli d’Italia-ECR al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza: «Cosa direbbe Scholz se Italia finanziasse Ong ai confini tedeschi?». Il confronto, in pratica, sembra essere solo all’inizio.
 

Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 17:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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