Alle contestatrici della ministra Roccella bisognerebbe spiegare che per "dis-sentire" bisogna prima "sentire"

Sabato 11 Maggio 2024

Caro Direttore,
premetto che io sono rimasto e rimpiango i tempi in cui Giorgio Almirante, in risposta agli interventi più puntuti rispondeva "Ringrazio l'onorevole collega perché con il suo intervento mi da modo di meglio chiarire il mio pensiero". Non per niente tutti, anche i comunisti, resero omaggio alla sua salma, nel 1988. Altrettanto avevano fatto, quattro anni prima, anche i parlamentari della destra alla salma di Enrico Berlinguer. Ciò posto mi sembra eccessivo che una chiassata (che pur depreco, ma solo verbale) alla Ministra dell'Istruzione abbiano fatto di questa una sorta di vittima. Almirante al suo posto si sarebbe comportato diversamente. Il confronto, anche sopra le righe e sempre ché non sfoci in violenza, va accettato.


Giancarlo Tomasin


Caro lettore,
mi permetta di non essere del tutto d'accordo con lei.

Condivido il fatto che in politica, sopratutto in alcune fasi, bisogna accettare anche una dialettica ruvida, frontale e talvolta persino scomposta. Naturalmente c'è modo e modo di irridere o contrastare l'avversario. C'è chi, oggi come ieri, lo sa fare con sapienza ed eleganza e chi in modo più sguaiato. Ma fa tutto parte del gioco. Ciò che del gioco (democratico) non fa parte, o meglio, non dovrebbe fare parte, è invece la volontà di non far parlare chi la pensa diversamente, sovrastando per esempio la sua voce con urla e slogan. Negandogli insomma il diritto di parola. Ed è invece esattamente ciò che è accaduto ieri alla ministra Roccella agli Stati Generali della natalità. Le sue contestatrici non hanno neppure accettato di ascoltare ciò che aveva da dire, l'hanno sommersa di urla e censurata preventivamente. L'avessero fatto dopo il suo intervento, magari anche in modo ancor più rumoroso, non ci sarebbe stato nessun problema e non sarebbe nato nessun caso: le anti-Roccella esprimevano, seppur in modo colorito e vivace, il loro dissenso rispetto alle posizioni del ministro. Ma per "dis-sentire" bisognerebbe almeno prima "sentire". Chi ha zittito la ministra invece non ha voluto nemmeno fare questo: voleva impedirle di parlare e ci è riuscito. Esattamente com'era accaduto un anno fa al Salone del Libro. Ora, la ministra Roccella esprime sui temi della natalità posizioni che taluni ritengono inaccettabili e insostenibili. Nulla di strano. È normale che in una società complessa, articolata e libera ci siano, in particolare su temi come questi, sensibilità e convinzioni molto diverse e contrapposte. Ed è giusto che si confrontino. Ciò che non è giusto è che qualcuno ritenga che solo le proprie idee abbiano diritto di cittadinanza e che, chi ne ha altre, non abbia invece nemmeno il diritto di esprimerle. Penso che anche Berlinguer ed Almirante, pur provenendo da culture politiche non esattamente liberali, su questo sarebbero stati d'accordo.

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