Padova. Tresca amorosa in carcere fra un detenuto e un'insegnante: un testimone viene pestato due volte per non farla scoprire

Giovedì 7 Dicembre 2023 di Serena De Salvador
Il carcere due palazzi di Padova

PADOVA - Due pestaggi, violentissimi, per non far scoprire una tresca amorosa tra un detenuto e un’insegnante che prestava servizio in carcere. Due spedizioni punitive organizzate dal giovane amante e compiute da altri sei carcerati che hanno portato all’apertura di un’inchiesta nella quale si ritrova ora indagata anche la donna. È l’intricato quadro emerso dalle indagini preliminari recentemente concluse dal pubblico ministero padovano Benedetto Roberti in merito a due episodi di violenza consumati a maggio nella Casa di reclusione del Due Palazzi di Padova.

Otto sono oggi gli indagati, a vario titolo: l’insegnante e sette detenuti.

L’ANTEFATTO

I protagonisti principali sono una 39enne padovana e Paolo Gatto, 26enne messinese dall’illustre curriculum criminale. È infatti figlio di Giuseppe detto “Puccio”, boss di Giostra (Me) da tempo recluso in regime di 41bis. E anche Paolo era stato destinato al carcere duro dopo arresti e condanne (tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, rapina, detenzione di armi); poi il suo regime carcerario è stato alleggerito e da Tolmezzo è approdato al carcere padovano. Lì, seguendo le lezioni previste dai percorsi di recupero, avrebbe incontrato la donna, insegnante di matematica. Tra i due sarebbe nato un rapporto sentimentale, che però doveva restare segreto. A maggio invece sono stati scoperti da un altro detenuto a consumare un rapporto sessuale nella toilette. Il testimone ha minacciato di raccontare tutto alla direzione, innescando le ire del Gatto.

LA RICOSTRUZIONE

Il 26enne, secondo l’accusa, avrebbe deciso di tappare la bocca della spia assoldando una squadra di picchiatori tra i suoi compagni di detenzione. Così in due occasioni, l’11 e il 21 maggio, avrebbero accerchiato e massacrato di botte il testimone. La prima volta in tre: Gatto, Thomas Cipolletti e Ivan Renato Fonseca Monteiro. Quest’ultimo, 31enne capoverdiano, è un volto noto alla cronaca nera veneta perché a Spinea, dove viveva, tra il 2014 e il 2015 si rese responsabile di due tentati omicidi (uno derubricato in lesioni gravissime) nei confronti di un amico e della ex.

Cipolletti invece, 31enne udinese, ha precedenti per furto, riciclaggio e per un’analoga spedizione punitiva. La seconda volta a entrare in azione sarebbero invece stati in quattro: Bojan Simic (42enne sloveno), Taulant Ferroku (33enne albanese), Roland Mamli (37enne albanese) e Andrea Manfrini (28enne di Rovereto). Il gruppo avrebbe accerchiato nella zona palestra il detenuto scomodo, massacrandolo anche con bilancieri e mazze tanto da rompergli un femore. Gatto non si sarebbe sporcato le mani, ma avrebbe coordinato l’azione. La paternità dell’idea risulta l’abbia ammessa lui stesso, per iscritto. Lo avrebbe fatto attraverso alcuni sms inviati proprio all’amante da un cellulare in suo possesso, cosa evidentemente incompatibile con l’essere detenuto.

Dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura a seguito della segnalazione dei pestaggi, le indagini si sono infatti concentrate anche sulla donna. Gatto e gli altri presunti aggressori il 25 maggio sono stati trasferiti in altre carceri e il 26enne in particolare è stato portato a Montorio Veronese. La 39enne ha continuato ad andarlo a trovare e proprio al termine di un colloquio è stata bloccata dagli agenti della Penitenziaria delegati dalla Procura e perquisita. Nel suo cellulare sarebbero stati trovati numerosi messaggi scambiati con Gatto e pure delle ricariche fatte al telefonino che lui usava indebitamente in cella. In quei messaggi c’erano prove considerate schiaccianti: i due amanti avrebbero parlato di quando erano stati scoperti ad amoreggiare, ma anche della necessità di punire il testimone scomodo e pure di tentativi che la donna avrebbe attuato per evitare il trasferimento di Gatto a Verona, facendo pressioni su una associazione che opera in carcere.

Ora la 39enne e Gatto sono accusati di accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti. Gatto, Cipolletti e Fonseca devono rispondere di lesioni aggravate e danneggiamento per la prima aggressione, mentre Gatto, Simic, Ferroku, Mamli e Manfrini sono accusati di lesioni pluriaggravate per l’episodio del 21 maggio.

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci