Entra a messa con il suo cane "Toni", cacciato dal sacerdote

Sabato 27 Aprile 2024 di Giovanni Brunoro
Zangirolami con il suo Toni

SAN PIETRO VIMINARIO - Entra in chiesa con il suo cane e il sacerdote lo allontana: «Sono deluso e arrabbiato. Ormai credo che gli animali abbiano più cuore delle persone». 
Il fatto è accaduto nel pomeriggio di mercoledì a San Pietro Viminario.

Il monselicense Mirco Zangirolami, 48enne trasferitosi da poco nel Comune limitrofo, stava passeggiando con il suo Toni, uno spinone incrociato con un bracco tedesco. Sapendo che alle 15 c’era la messa, ha deciso di assistervi. 


LA SPIEGAZONE
«Non sono un assiduo praticante - racconta Mirco - ma mi era già capitato di andare in chiesa con il cane, rimanendo giusto il tempo di dire una preghiera ai miei cari defunti. Sulla porta della chiesa di San Pietro non ci sono cartelli che vietano l’ingresso agli animali».
Dopo aver messo la museruola a Toni, è entrato con il cane al guinzaglio e si è messo in fondo per non disturbare.  «L’animale non poteva dare fastidio a nessuno, anche perché c’erano solo pochi anziani nei primi banchi. Ma non appena mi sono accomodato, il celebrante don Roberto Pressato mi ha intimato al microfono di andarmene, alzando un braccio e indicandomi l’uscita. "Esca immediatamente", ha gridato». 


IL CONFRONTO
Mirco ha poi chiesto il motivo di tale gesto, ma il sacerdote avrebbe ripetuto l’invito ad andarsene, citando un brano dell’Apocalisse: «Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali». 
Scosso e arrabbiato, Zangirolami è rimasto sul sagrato aspettando il termine della messa: «Quando don Roberto è uscito, ho cercato di avvicinarlo per chiarire, ma lui mi evitava. Ho sottolineato che Toni non aveva disturbato e che San Francesco amava gli animali. Mi ha risposto solo che così lui aveva deciso, che non doveva aspettare che il cane abbaiasse per mandarci via e ha ripetuto il passo dell’Apocalisse, a mio avviso totalmente fuori contesto». Ora Mirco si dice «colpito, perché se sento un’ingiustizia nei princìpi della vita mi arrabbio. Mi indispongo anche se qualcuno butta una sigaretta a terra, perché i grandi cambiamenti si costruiscono fin dalle piccole cose».


LA SITUAZIONE
Il diritto canonico non dispone nulla circa la presenza di animali in chiesa e ogni decisione sul vietarne o meno l’accesso è lasciata alla parrocchia. Don Roberto, collaboratore parrocchiale a Pernumia, San Pietro Viminario e Vanzo, non ha inteso rispondere. A parlare è però il parroco don Matteo Fornasiero. 
«In un luogo di culto - ha precisato - non servono cartelli. È il buonsenso che dovrebbe guidare la persona a non far entrare animali in chiesa, perché ci sono stati casi in cui degli animali hanno sporcato. Ciononostante, c’è stato un eccesso di zelo da parte di don Roberto, che avrebbe potuto gestire la cosa in maniera garbata e senza clamore. Spero che loro due si chiariscano». 


LA DIOCESI
Anche la diocesi ha mantenuto la stessa linea del parroco. Ieri pomeriggio dall’ufficio del vescovo è arrivata la risposta all’e-mail di protesta inviata da Zangirolami a Padova per segnalare il fatto.
«Apprendiamo quanto accaduto e, forse, c'è stato un eccesso di zelo da parte del sacerdote. La presenza di animali in un luogo di culto e durante le celebrazioni non è codificata dal Codice di Diritto Canonico tuttavia va sempre valutata con buonsenso e rispetto verso le persone, le celebrazioni e i luoghi stessi. Probabilmente i toni non sono stati del tutto adeguati a trasmettere questo messaggio e ci dispiace».
Una risposta che non ha convinto Zangirolami che lamenta come il suo Toni non abbia disturbato nessuno e gli stesse semplicemente facendo compagnia in un momento di preghiera e riflessione.

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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