Padova. Morti di monossido, l'esito dell'autopsia: due erano fratelli. Terza vittima identificata con difficoltà

Martedì 16 Gennaio 2024 di Marco Aldighieri
EX CONFIGLIACHI Il giorno dell’Epifania sono stati rinvenuti i cadaveri di tre giovani tunisini

PADOVA - I tre giovani tunisini, trovati morti il giorno dell'Epifania all'interno dell'ex istituto Configliachi di via Guido Reni all'Arcella, sono deceduti a causa delle esalazioni da monossido di carbonio scaturite da un braciere di fortuna. È quanto emerso dall'autopsia eseguita dal medico legale Sindi Visentin, su ordine del pubblico ministero Silvia Golin. Il caso è dunque chiuso, nessun segno di violenza sui tre corpi, e la Procura ha già restituito le salme alle famiglie così da potere organizzare i funerali.

Le vittime sono Nader Jemai di 24 anni, e i fratelli Maidi e Hichem Fridhi rispettivamente di 18 e 24 anni. Quest'ultimo è stato identificato con difficoltà dalla polizia, perchè non ha mai lasciato traccia del suo arrivo in Italia e non era mai stato controllato.

L'OPERAZIONE

Due delle vittime, grazie alle impronte rilevate dal Gabinetto interprovinciale della Polizia scientifica, sono state subito identificate perchè già controllate e già note alla Questura: Nader Jemai e Maidi Fridhi. Gli inquirenti, fin dall'inizio, hanno attivato i contatti con il consolato tunisino a Milano, utile a rintracciare e a informare i parenti dei due ragazzi deceduti. Le ricerche hanno portato la polizia in Abruzzo, dove è domiciliata una donna tunisina che ha riferito di non riuscire più a contattare i propri familiari dal 6 di gennaio, perchè i telefoni cellulari risultavano spenti.
A questo punto il consolato, sulla base delle identificazioni dei due giovani, ha ottenuto la conferma dalla straniera di come il terzo tunisino ancora non identificato fosse il fratello maggiore di Maidi.

I FATTI

A scoprire i tre corpi senza vita sono stati altri stranieri, anche loro all'interno dell'ex Configliachi per ripararsi dal freddo e trascorrere la notte. Spaventati, hanno chiamato il 113. In via Reni sono intervenuti gli agenti della sezione Volanti, i colleghi della Squadra mobile, la Scientifica, i vigili del fuoco e personale sanitario del Suem 118. I tre si trovavano in una stanza senza finestre, l'unica presente era stata murata proprio per evitare l'occupazione della struttura da parte dei senzatetto.

In un secondo momento nell'ex istituto dell'Arcella è arrivato il medico legale.

Dopo averne accertato il decesso, ha effettuato un esame esterno dei cadaveri non riscontrando alcun segno di violenza. Le tre vittime sono state rivenute distese sopra a materassi lisi e luridi, in mezzo ai rifiuti. Nel tentativo di scaldarsi hanno messo in piedi un braciere artigianale, ma la poca aria all'interno della stanza ha sprigionato il monossido di carbonio e sono morti nel sonno senza accorgersi di nulla. I primi due giovani identificati avevano precedenti di polizia: spacciavano. Il terzo, Hichem Fridhi di 24 anni, forse era entrato in Italia da pochi giorni e non ha lasciato nessuna traccia del suo passaggio.

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