Tra povertà e droga, la mappa del degrado nella città di Padova

Martedì 9 Gennaio 2024 di Marina Lucchin - Luisa Morbiato
Il cavalcavia Sarpi Dalmazia

PADOVA - Ci sono molti cantieri avviati e subito dopo lasciati da imprese paralizzate dalle difficoltà economiche.

Ci sono poi le case vuote da tempo, che non si vendono, e che non si possono neppure ristrutturare, per mancanza di risorse. E ancora ci sono diversi siti, fino a qualche anni fa vitalissimi per la presenza di uffici e attività commerciali, che risultano oggi completamente abbandonati. Gli effetti della crisi, dunque, hanno fatto sì che praticamente in tutta la città si siano creati dei "non luoghi" diventati dormitori per clandestini, tossicodipendenti, spacciatori, delinquenti e soggetti border line. E se a queste aree riconvertitesi in bivacchi si aggiungono altri posti lasciati andare per incuria, il numero delle zone degradate, e occupate dai senzatetto, in città risulta essere in continuo aumento.

TRA ARCELLA E STANGA
La morte dei tre stranieri all'interno dell'ex Configliachi ha riportato in primo piano la situazione di degrado dei "buchi neri" della città, fatti di edifici abbandonati e diventato rifugio di senzatetto e di chi vuole nascondersi alle forze dell'ordine. Ma in città sono molteplici le aree in pessime condizioni per le quali, sempre più spesso, si registrano le segnalazioni dei cittadini.
Polizia e carabinieri sono spesso impegnati in alcune zone tra l'Arcella e la Stanga dove ciclicamente si nascondono gli "invisibili" che vivono di espedienti, ai margini, tra povertà e spaccio o piccoli furti.
Noto alle forze dell'ordine, oltre l'ex Configliachi, è lo stabile industriale in disuso in via Goldoni dove più volte genti e militati hanno trovato senzatetto dormire e bivaccare. Cinque anni fa si scatenò anche un incendio che divorò i rifiuti e gli stracci abbandonati di clochard. Non molto distante, adiacente ai binari della ferrovia, c'è anche un altro capannone in disuso nel quale nel quale spesso si riscontrano segni di passaggio: vecchi giacigli, nonché rifiuti di vario genere.
Le segnalazioni arrivano soprattutto dall'area di San Carlo dove di notte e di giorno si incontrano persone che dormono in rifugi improvvisati, anche addossati alla galleria commerciale. Particolarmente utilizzata, in questo senso, l'area di via Temanza e quella nei pressi della chiesa di San Carlo.

VERSO IL CENTRO
Una delle più eclatanti zone di degrado è quella di Piazza Salvemini e dell'attiguo PP1: nei sottoportici di uno degli edifici semivuoti vivono abitualmente una decina tra senzatetto, pusher e tossicodipendenti. Una decina nemmeno di anni fa proprio qui una ragazza partorì un neonato morto poco dopo: un triste esempio di come i problemi dell'area siano atavici. I clochard hanno coperte e cartoni per ripararsi che lasciano negli angoli anche quando si allontanano, come a dire: queste sono le nostre cose, questa è la nostra casa.
Andando verso la Stazione, la situazione in alcuni punti peggiora: la galleria che collega corso del Popolo a via Valeri è anch'essa popolata, di giorno e di sera, da altri spacciatori e sbandati. Poco lontano, via Cairoli, spesso al centro di fatti di cronaca: i pochi residenti italiani definiscono la strada «ormai invivibile» con spacciatori attivi giorno e notte. Ecco poi piazzale Stazione e il tratto di via Tommaseo, in prossimità delle cucine popolari, dove si radunano le persone in attesa del pranzo.
SARPI DALMAZIA
Si è allargato l'accampamento costruito con cartoni, tende improvvisate, giacigli e finanche una sedia sdraio sotto il cavalcavia Sarpi - Dalmazia che, periodicamente ed in particolare in inverno viene utilizzato da stranieri senza fissa dimora, sbandati e tossicodipendenti in cerca di un riparo dal freddo pungente. Una situazione denunciata più volte dai residenti in zona, l'ultimo grido di allarme è arrivato a metà dello scorso dicembre non solo dai cittadini ma anche da due membri della Consulta di quartiere. A distanza di nemmeno un mese un mese il degrado si è allargato senza alcun intervento da chi ne ha la competenza. Persone che vivono oltre che all'addiaccio nella sporcizia, un luogo dove consumano i loro pasti come si deduce dai resti di cibo e bevande abbandonati a terra ma dove espletano anche i loro bisogni. E' aumentato il numero dei giacigli e quello delle biciclette, in parte celate sotto un lenzuolo che vengono utilizzate per spostarsi nel quartiere e nel resto della città parcheggiate di fianco a borsoni dai quali spuntano indumenti e biancheria poggiati sull'asfalto. Uno "spettacolo" sotto gli occhi di tutti i padovani che transitano da viale Tre Venezie e dei residenti nei dintorni che tornano a chiedere una pulizia della zona.

BORGOMAGNO
Nessun miglioramento, nonostante le ripetute denunce degli utilizzatori nemmeno al parcheggio silos del Borgomagno dove, solo la scorsa settimana si sono ripetuti furti nei box del primo piano di proprietà o in affittati dai padovani come garage o deposito. Alcuni sono stati completamente ripuliti dopo aver scassinato o divento ancor di più le serrande che li chiudono. Anche il secondo piano è stato destinato ai privati, ma su diversi box si vede appeso il cartello che ne annuncia la vendita. Un parcheggio, gestito da Aps, che risulta sottoutilizzato anche da chi ha investito per acquistare un garage o spende dai 60 agli 80 euro di affitto al mese più le spese di condominio che partono da 20 euro nonostante le persone si siano autotassate aggiungendo una quota mensile per una sorveglianza privata aggiuntiva. Utilizzato poco anche da coloro che vi lasciano l'auto per alcune ore o per una giornata a causa della pesante condizione di degrado nella quale versa il multipiano. Fin dall'ingresso a piano terra si è assaliti dalla puzza che prende alla gola.
L'ascensore è un ricettacolo di rifiuti e non sono da meno le scale, questo nonostante sia attivo il servizio di pulizia, ma gli addetti fanno quel che possono, sulle scale ci sono rifiuti di ogni genere comprese siringhe, cucchiai affumicati e quello che serve a drogarsi, per non parlare degli angoli usati come toilette. Scale e pianerottoli sono costellati di rifiuti, salendo i piani negli angoli più riparati si vedono materassi e coperte usati la notte da senza tetto in cerca di riparo, in alcuni sono visibili anche i resti di fuochi improvvisati usati per scaldare del cibo. Alla situazione già problematica si aggiungono infine i danni: manichette antincendio srotolate dopo aver infranto i vetri di protezione, porte scassate e infiltrazioni d'acqua dai soffitti.
 

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