Maltratta il figlio autistico e gli dà dell'handicappato, condannato il patrigno denunciato dalla madre

Martedì 26 Marzo 2024 di C.A.
Maltratta il figlio autistico e gli dà dell'handicappato, condannato il patrigno denunciato dalla madre

PORDENONE - Un ragazzo autistico e un rapporto conflittuale con un patrigno sfociato in maltrattamenti in famiglia. Un caso delicato, che la stessa madre, dopo l'ennesimo episodio violento, aveva fatto emergere. Ieri l'epilogo giudiziario nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin. L'uomo, un cinquantenne della provincia di Pordenone, è stato condannato a 1 anno 9 mesi e 10 giorni di reclusione. Il rito abbreviato ha abbattuto la pena di un terzo. Il giudice, inoltre, ha riconosciuto le attenuanti generiche e revocato la misura cautelare a suo tempo applicata dall'allora gip Monica Biasutti, che aveva previsto il divieto di avvicinamento e di comunicazione con l'intero nucleo familiare. Nella quantificazione della pena non è stata tenuta conto la recidiva per un episodio di minacce, circostanza che invece aveva valorizzato il pubblico ministero Carmelo Barbaro, che aveva concluso per una condanna a 4 anni. L'imputato era difeso dall'avvocato Stefano De Rosa e ha ottenuto la sospensione condizionale, subordinato alla partecipazione ai corsi di recupero organizzati dall'associazione L'Istrice per coloro che vengono condannati per violenze domestiche.


LA DENUNCIA

La vicenda è stata portata all'attenzione degli inquirenti un anno fa. Il ragazzo, da poco diventato maggiorenne, era a casa da solo con il fratellino. Avrebbe dovuto preparargli da mangiare, ma si era rifiutato. Il padre gli diede dell'handicappato al telefono, s'infuriò al punto da lasciare il posto di lavoro per tornare a casa e dargli una lezione. È l'episodio che ha spinto la madre a denunciare. La Procura ha ricostruito quasi dieci anni di maltrattamenti tra il 2014 e 2023. La testimonianza di vittima e fratellino sono state raccolte con un'audizione protetta e hanno permesso al magistrato di contestare atteggiamenti di insofferenza nei confronti del ragazzo con disabilità, insulti, ceffoni e, in un'occasione, anche un testata (gennaio 2023) all'esterno di un'attività commerciale.

Nella richiesta di misura cautelare, il Pm aveva evidenziato quest'ultimo episodio, ma anche sottolineato come alla madre temesse le reazioni del consorte, che minacciava di farla picchiare se si fosse rivolta alle forze dell'ordine.


LA DIFESA

L'avvocato De Rosa ha cercato di ridimensionare le accuse riconducendo la vicenda a una situazione di conflittualità accentuata dall'ostilità che il ragazzino dimostrava nei confronti del patrigno e manifestata, da parte della vittima, soprattutto con gesti violenti nei confronti degli oggetti. La difesa ha ricondotto la vicenda a condotte ingiuriose da parte di un patrigno che non aveva saputo trovare il modo giusto per gestire il ragazzo. L'accordo trovato nel corso del procedimento penale con le vittime è alla base della revocata delle costituzione di parte civile.

Ultimo aggiornamento: 15:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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