Rovigo. Dopo Frigato, strappati anche i manifesti di Valeria Cittadin

Martedì 30 Aprile 2024
Rovigo. Dopo Frigato, strappati anche i manifesti di Valeria Cittadin

ROVIGO - (l. Gig. ) È una guerra dei manifesti in città, ma mentre una è su un fronte politico, l'altra è in sfregio al rispetto e alla democrazia. Perché dopo che nelle scorse settimane erano stati presi di mira quelli affissi sulle piccole plance poste sui marciapiedi a protezione anche dei pedoni, che propagandavano la candidatura a sindaco di Federico Frigato con la sua lista Rovigo si ama, adesso il vandalismo ha colpito Valeria Cittadin. E ci è voluto un incivile sforzo ancora maggiore, perché i teppisti politici hanno strappato il nome della candidata sindaco arrampicandosi su un tabellone da sei metri per tre che ha realizzato Forza Italia e messo in via Petrarca (Frigato era stato egualmente strappato in zona, come in via Portello). Il grande manifesto è mirato a propagandare il partito "azzurro", ma sotto è indicato il sostegno appunto a Cittadin e proprio questa parte dell'affissione è stata strappata.
La guerra politica sui manifesti, invece, vede ancora di scena quelli che ha realizzato la Lega per le Europee, con fotografie di una donna mussulmana, di una persona che mangia un grillo, di una Ursula von der Leyen con una foto "lavorata" dallo sguardo mefistofelico mentre fa il gesto di tacere, e sempre lo slogan "Cambia l'Europa prima che lei cambi noi".

Interviene ora il segretario provinciale del Pd Angelo Zanellato, affermando che «la propaganda che la Lega ha affisso in giro per il nostro territorio è una vergogna. Quei cartelloni sono un modo di fare politica nocivo, che fa leva sulla paura e sulle falsità per dividere e discriminare. Un modo di fare che è l'opposto della cultura politica del Partito democratico».


Zanellato continua: «Entrando nel merito, è evidente come il futuro del Polesine sia legato a doppio filo con una corretta gestione dei fenomeni migratori, creando comunità libere e accoglienti in cui "integrazione" è la parola d'ordine. Già solo il lato umano dovrebbe bastare a scegliere questa strada. Ma esiste anche una questione di buonsenso. L'Italia e la nostra provincia in particolare stanno vivendo un periodo di pesante inverno demografico, che ha ripercussioni pesanti su tutta la società: già ogg, a Rovigo abbiamo appena 97 lavoratori ogni 100 pensionati. E nei prossimi anni tale tendenza si estenderà a tutta la regione. Questo significa che la base della nostra società è a rischio: manca manodopera nelle aziende, manca la copertura per le pensioni del futuro, mancano giovani che popolino le scuole e si formino per rispondere alla domanda di competenze a abilità necessarie per affrontare il prossimo futuro. Vedere le migrazioni come un problema da respingere e non come un'opportunità da governare è semplicemente miope. Senza contare che mentre ci preoccupiamo di chiudere le porte a persone in difficoltà alla ricerca di una vita migliore, i nostri stessi giovani fuggono da un'Italia che offre sempre meno prospettive. Per noi la priorità devono essere loro, non beceri slogan elettorali».
 

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