Odio razziale: Gentilini condannato anche
in appello. Lo sceriffo: sentenza ingiusta

Martedì 23 Aprile 2013 di Paolo Calia
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TREVISO - Sentenza confermata. Anche per la Corte d'Appello di Venezia Giancarlo Gentilini deve essere condannato a una multa di 4mila euro e al divieto di partecipare per tre anni a comizi politici per istigazione all'odio razziale, cos come deciso in primo grado. Pena per sospesa in quanto lo Sceriffo risulta incensurato. Di fatto quindi non cambia nulla: Gentilini potrà continuare la sua campagna elettorale badando solo a tenere sotto controllo la sua irruenza oratoria. Ma rimane il danno d'immagine, dagli effetti potenzialmente devastanti a poco di un mese dalle elezioni. E infatti ieri pomeriggio Gentilini era piuttosto seccato: «È una sentenza ingiusta».



I fatti contestati risalgono al 14 settembre 2008, una domenica, quando Gentilini arringa una folla di militanti e simpatizzanti leghisti arrivati in Riva degli Schiavoni a Venezia per la Festa dei Popoli. Ne esce un discorso dirompente. Dieci minuti scarsi contro tutto e tutti: moschee, burqa, voto agli stranieri, prostituzione, sicurezza. Un fiume in piena, un fuoco d'artificio che scalda il popolo della Lega ma urta la sensibilità di chi leghista non è. E infatti, il giorno dopo, la procura di Venezia apre un fascicolo per istigazione all'odio razziale. E per Gentilini, difeso dall’avvocato Luigi Ravagnan, inizia una nuova avventura giudiziaria. L'ultimo passaggio ieri. Ma, a sentire lui, non finisce qui.



«Siccome non la ritengo giusta - annuncia - ricorrerò anche in Cassazione dove spero che venga finalmente fatta giustizia perché ho fiducia nei giudici e nella magistratura. L'ho detto anche davanti al collegio giudicante: le parole pronunciate durante quel comizio non avevano nulla di razzista, ho anche ripetuto che il mio credo si basa su ordine, giustizia e rispetto delle leggi. Sono orgoglioso di essere stato sindaco e prosindaco di Treviso, città tra le più sicure d'Italia e con il più alto tasso d'integrazione tra popolazione locale e lavoratori extracomunitari». Una difesa che però non ha scalfito i giudici, pronti a ribadire la condanna già decisa in primo grado.

Gentilini ci vede anche un po' di malizia: «Sono deluso. Hanno rispolverato questo processo proprio in piena campagna elettorale. Adesso spero in una valutazione più profonda di quelle frasi, durate lo spazio di un comizio politico».



La Lega, ovviamente, fa quadrato attorno al suo candidato sindaco: «Piena solidarietà a Giancarlo - annuncia il presidente della Provincia Leonardo Muraro - ma mi pare che siamo davanti a un caso di giustizia a orologeria. Potevano farlo prima questo processo o aspettare un paio di mesi. Invece no: in piena campagna elettorale. Una scelta inopportuna o, quantomeno, poco elegante. Ma non avrà alcun effetto sulle elezioni».

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