Delitto di Lignano/ C'era un terzo uomo
e il dna esclude la presenza di familiari

Venerdì 7 Settembre 2012 di Monica Andolfatto
Fiori davanti al cancello della villa dei Burgato (foto Vinicio)
UDINE - Duplice omicidio di Lignano: l’altra sera si sperato nella svolta agognata, quando uno dei due profili genetici isolati nella lavanderia in cui sono stati massacrati Rosetta Sostero, 65 anni, e Paolo Burgato, 69, pareva corrispondere a uno di quelli catalogati nella bancadati interforze. Purtroppo l’iniziale convinzione ha dovuto lasciare il passo alla smentita finale.



Tuttavia è proprio attorno al dna e ai riscontri di laboratorio che ruota, per il momento, il perno dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Udine, Claudia Danelon. Duecentocinquanta i campioni raccolti, forniti spontaneamente, fra cui quelli di familiari, conoscenti, amici. Dalle comparazioni eseguite finora gli inquirenti escludono con certezza la presenza sulla scena del crimine di soggetti con una stretta parentela, ovvero, consanguinei delle vittime, o della cerchia di frequentatori abituali della coppia. Un atto dovuto a tutela degli stessi interessati e che si espleta di prassi. E se le tracce raccolte ed esaminate dagli esperti del Ris collocano insieme ai due coniugi la sera della bestiale aggressione, almeno un uomo e una donna estranei, quelle individuate nei due mozziconi di sigarette ritrovati in giardino non è detto che coincidano. Il che, se fosse provato, significherebbe che chi ha atteso sotto il poggiolo il rientro a casa in bici dei due commercianti, possa non essere chi ha agito all’interno del garage entrando in contatto diretto con i due coniugi e ingaggiando con loro una furiosa colluttazione.



Si continua a cercare l’arma, un coltello con una lama di almeno 25 centimetri, con cui Rosetta e Paolo sono stati torturati e sgozzati: non sarebbe stato preso dalla cucina dei Burgato, lo stesso figlio Michele ha confermato ai carabinieri che non manca alcun coltello di quelli utilizzati solitamente dai genitori. Circostanza quindi che avvalorerebbe ancor più la pianificazione dell’agguato.



L’impegno e gli sforzi degli investigatori sono senza sosta: una cinquantina gli uomini dell’Arma "staccati" sul caso, appartenenti a vari reparti, sotto la guida del capitano Fabio Pasquariello, comandante del Nucleo investigativo provinciale, che si muovono su più fronti avviando stretta collaborazione con le polizie austriaca, croata, e slovena. Confidano in una sorta di rigurgito di senso civico all’interno dello stesso ambiente criminale locale dal quale possano arrivare spunti o indicazioni utili alla risoluzione del giallo. E sul versante tecnico-scientifico tutti gli specialisti del Ris sono assorbiti nella caccia ai killer di Lignano.



Due i summit quotidiani per fare il punto della situazione: al mattino con il magistrato, alla sera in contatto telefonico con il pm. Ieri in serata, tramite l’avvocato, Michele Burgato, rompendo il silenzio ha voluto "difendere la reputazione di una famiglia per bene", diffidando chiunque a diffondere illazioni pretestuose e prive di qualsiasi fondamento sul passato o sulla condotta dei suoi cari.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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