Cento anni del sacello di valle Santa Felicita, ai piedi del Grappa: tre giorni tra fede, teatro e storia

Dedicato alla Madonna del Buon Consiglio, il capitello fu sistemato nella forma attuale nel 1922. Ora i due Comuni di Romano e Borso lo celebrano per rilanciare una vallata da secoli via principale verso il Massiccio

Venerdì 8 Luglio 2022 di Redazione Web
Il sacello di Valle Santa Felicita, nell'800 e oggi

ROMANO D'EZZ./BORSO DEL GRAPPA - Compie 100 anni il sacello di Valle Santa Felicita, ai piedi del Grappa, la vasta vallata che conduce su fino alla Cima, meta da oltre un secolo di villeggianti ed escursionisti, che tra l'altro ospita una palestra di roccia parecchio utilizzata. La Valle Santa Felicita, giusto ai confini tra Romano d'Ezzelino e Semonzo di Borso del Grappa, è molto frequentata da escursionisti e famiglie: l'unica nota di tristezza è oggi la visione dello storico albergo locanda e trattoria alla Mena, mestamente chiuso dalla proprietà dopo la gestione di Sergio Dussin che lo ha fatto rivivere per decenni.

Capitello antico, rifatto 100 anni fa

La valle ha proprio al centro il capitello iniziato a costruire nel 1815, anche se vi sono preesistenze almeno dal '600. La forma attuale però risale giusto al 9 luglio 1922, giusto cent'anni fa, quando le comunità di Romano e Semonzo, come ringraziamento alla Madonna del Buon Consiglio per essere sopravvissuti allo sfollamento ed ai bombardamenti della Grande Guerra, inaugurarono la struttura muraria a protezione del capitello originale, datato 1816 ed eretto per proteggere i valligiani dalle continue inondazioni.

Un luogo storico da valorizzare

Il secolo del sacello "nuovo", dedicato come detto alla Madonna del Buon Consiglio, si celebra con tre  appuntamenti, dal 9 al 14 luglio 2022. I sindaci dei due Comuni, Simone Bontorin e Flavio Dall’Agnol, sottolineano il valore del luogo: «I legami che uniscono le nostre due comunità – precisa Bontorin – partono da lontano, in un’epoca in cui la conoscenza lasciava molto più spazio alla fede. Quest’anno, con il centenario del Sacello, intendiamo rinnovare questo affidamento alla vergine Maria, ma soprattutto riprendere la valorizzazione di un luogo che per centinaia di anni ha rappresentato la via per salire al Monte Grappa, per lavoro, per guadagnarsi il pane, per sfamare le proprie famiglie.

Ancora oggi questa valle rappresenta una via privilegiata per chi fa sport sulla montagna che ci guarda le spalle. La montagna è simbolo di bellezza ma, come avvenuto pochi giorni fa, può sempre essere anche luogo di sofferenza, che ci ricorda quali sono i limiti della condizione umana e la forza della natura». 

Gli appuntamenti: teatro, fede, storia

Cent’anni dopo, i Comuni di Borso del Grappa e Romano d’Ezzelino celebrano il ricordo assieme alle rispettive parrocchie e a Gruppi alpini, Donatori di sangue, Rinnovamento nella Tradizione, Palio di Romano ed associazioni escursionistiche varie. 

Dal 9 al 14 luglio

Si inizia sabato 9 luglio, alle 21, con la rappresentazione teatrale scritta e diretta da Roberto Frison, tratta dall’omonimo romanzo “Il cavallo del Grappa”. Una pièce in cui si ripercorrono, tra le varie, la storia dei famosi panna e storti di Romano e le incredibili vicissitudini di due fratelli contadini romanesi che sul “Cavallo”, promontorio nel versante destro della valle, andavano a strame, fieno e legna. Una rappresentazione in cui vanno in scena le sofferenze della civiltà contadina, l’emigrazione e il nuovo modo di vivere la montagna come l’escursionismo e lo sport. A rappresentare questi ultimi è un giovane escursionista che amava correre sul sentiero del Cavallo e che proprio lì ha perso la vita nel maggio 2020: Fabrizio Bevilacqua. L’evento è ad ingresso gratuito, gli organizzatori consigliano coperta e eventuale sedia da campeggio. In caso di pioggia lo spettacolo sarà rinviato alla sera successiva.

Domenica 10 luglio, alle 8 del mattino, si celebrerà la messa in Valle, organizzata dalla parrocchia di Semonzo.
A chiudere il calendario degli eventi l’importante serata culturale di giovedì 14, subito dopo la messa delle 20. Si tratta di un approfondimento su storia e simbologia del Sacello curato dal presidente della delegazione Beato Carlo I d’Asburgo, di Rinnovamento nella Tradizione, Omar Busbani assieme allo storico Ivano Zordan. 

Ultimo aggiornamento: 15:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA