Il caso statua degli alpini, parla lo scultore: «Elmetto e fucile sono a terra, è un'opera di pace»

Giovedì 18 Aprile 2024 di Gabriele Pipia e Iris Rocca
Ettore Greco

PADOVA - «In questa statua il fucile è a terra. Non c’è alcun intento bellico». Lo racconta l’artista che l’ha realizzata e lo ribadiscono gli alpini che l’hanno commissionata. E se lo scultore si limita a descrivere l’opera, l’associazione delle penne nere entra nel merito: «La polemica esplosa ci sorprende, il messaggio che vuole lanciare questo monumento non è stato capito».

Una netta presa di posizione per provare a sedare un polverone. 

L’ARTISTA

Si è trovato sotto le luci della ribalta suo malgrado Ettore Greco, lo scultore padovano scelto per la creazione del monumento all’alpino che tanto sta scuotendo la giunta Giordani mettendo poi su fronti opposti le associazioni pacifiste e i partiti di centrodestra. Contattato dal Gazzettino, Greco sceglie parole rassicuranti sul messaggio lanciato dall’opera: «Si è trattato di un lavoro su commissione, con intenti celebrativi e non bellici e, chiaramente, senza legami con alcun colore politico. Vuole ricordare i 100 anni dell’Associazione Nazionale Alpini di Padova». 
Anche l’idea iniziale del monumento sembra essere ben lontana dai venti di guerra di oggi. «Il progetto è nato un paio di anni fa e ritrae un alpino della prima guerra mondiale, vestito con gli abiti dell’epoca, ripresi dai modelli esposti nei musei nazionali. Si ispira e ritrae una gioventù che non esiste più e che, a causa della guerra, non è mai esistita». 
Lo scultore di fama internazionale, raggiunto dalle polemiche a Venezia dove sta collaborando ad uno scambio con l’Institute de France e l’Accademie des Beaux Arts grazie ad un progetto della maison Pierre Cardin, racconta poi la sua opera: «Il protagonista deposita l’arma, posa l’elmetto a terra, indossa il cappello alpino e guarda verso l’orizzonte. Preferisco non dare anticipazioni sui diversi messaggi che l’opera lancia, ma, come si avrà modo di apprezzare, non sarà in alcun modo animata da intenti ostili». 

LA PROPOSTA

I movimenti femministi sollecitano da tempo una statua di una donna in Prato della Valle mentre le associazioni pacifiste chiedono al Comune un monumento dedicato a Gandhi. «Rispetto a quello che leggo sulle altre possibili sculture proposte per la città - commenta Greco -, sarebbe davvero una bella idea che quel parco potesse diventare luogo eletto ad accogliere le opere di più artisti, alla maniera di altri parchi internazionali della scultura sorti in diverse città europee». 

PENNE NERE

Nereo Tiso, il consigliere del Pd che in qualità di alpino ha seguito con il sindaco l’iter per la statua, preferisce non fare dichiarazioni. Parla eccome invece Carlo Casellato, il presidente della sezione padovana dell’Ana che raggruppa anche Rovigo e conta tremila soci. «Con il Comune di Padova parliamo da tempo di questa statua e siamo sempre stati in perfetto accordo con il sindaco. L’artista ci ha chiesto documentazione sugli alpini della prima guerra mondiale e noi gliel’abbiamo fornita. Evidenzio che l’alpino ritratto non è in una situazione d’attacco come magari si vedeva nei monumenti dei decenni passati. Il fucile è a terra e lui guarda lontano. Visto che è stato scelto il Parco Tito Livio, a me piace pensare che quell’alpino guarderà alla Cappella degli Scrovegni, simbolo di bellezza e di pace». Ma a partire da quando? «Eravamo d’accordo con il Comune per il 25 maggio. Ora aspettiamo».

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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