Moschea contesa, il caso al Consiglio di Stato: lo sceicco non si arrende

Mercoledì 22 Luglio 2020
Il progetto della moschea che dovrebbe sorgere a Arten
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FONZASO
Il progetto del centro preghiera con negozi e uffici ad Arten è tutt’altro che tramontato. A distanza di 6 anni, con il ricorso del Comune pendente in Consiglio di Stato, e una prima sentenza che dava ragione all’impresa Samaria Costruzioni srl di Feltre, l’Associazione “Un Passo verso la speranza” dice di non aver cambiato idea e di voler proseguire con il progetto appena possibile. L’udienza che era in programma per ieri, al Consiglio di Stato, è stata rinviata al 27 ottobre. Solo allora si conoscerà il destino di quell’immobile realizzato dalla Samaria sulla base di un permesso di costruire che prevede la destinazione mista artigianale commerciale e residenziale.
LA BATTAGLIA
Era il 22 maggio 2014 quando il Tar del Veneto accoglieva il ricorso presentato dalla ditta Samaria, rappresentata e difesa dagli avvocati Massimo Moretti, M. Francesco Curato. L’immobile era nato come piccolo centro commerciale con sopra degli appartamenti. Ma la crisi e la mancanza di richieste avevano portato poi a cambiare idea in corso d’opera. La svolta quando la società Samaria sottoscrive un contratto preliminare di compravendita con l’associazione “Un Passo verso la speranza” che aveva sede a Feltre, nell’ambito del quale l’acquisto veniva subordinato al rilascio di un permesso di costruire. La ditta presenta un progetto di variante sull’immobile di Arten che prevedeva la realizzazione di un ampliamento della cubatura del 20%, unitamente ad un ulteriore ampliamento del 10% in applicazione. Le nuove superfici venivano descritte nell’istanza come ambienti da destinare a sale riunioni e sala specifica per luogo di preghiera e convegni. A fine 2013 il Comune di Fonzaso però comunica la presenza di motivi ostativi all’accoglimento della richiesta di permesso di costruire, sostenendo l’inapplicabilità della legge citata per ottenere l’ampliamento. «Nel caso di specie - diceva il Comune - l’accrescimento progettato comporterebbe la creazione di un manufatto aggiuntivo aventi caratteristiche d’uso (moschea e sala conferenze) non presenti nel fabbricato che dovrebbe generare le potestà edificatorie che si ha in animo di sfruttare». Il Tar accolse il ricorso della ditta feltrina e annullò gli atti. La sentenza è stata impugnata dal comune tramite l’avvocato Enrico Gaz e, nonostante avesse sondato il terreno sperando in un dietrofront della parte avversa, si va avanti.
IL PROGETTO
A Feltre sette anni fa quando si parlava del progetto della moschea era venuto a suo tempo anche lo sceicco “sponsor” del progetto. Si prevedeva di realizzare un centro islamico con minimarket, negozi, uffici, una web tivù e un locale di meno di 200 metri quadrati da adibire a sala di preghiera. Il tutto con l’investimento di circa otto milioni di euro garantito dallo sceicco legato alla monarchia saudita. Contattata al telefono l’associazione “Un Passo verso la speranza” conferma di voler andare avanti e di rimanere in attesa della decisione del Consiglio di Stato.
Olivia Bonetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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