Incatena la bici al tiglio contro l’abbattimento, da 45 giorni attende di riaverla dopo la rimozione

La segnalazione di una cittadina dopo la multa: "Diverse sollecitazioni e non ho notizie"

Sabato 16 Marzo 2024
Incatena la bici al tiglio contro l’abbattimento, da 45 giorni attende di riaverla dopo la rimozione

PORDENONE - Lega la bicicletta ai tigli dell’ex Fiera per protesta e il mezzo a due ruote rimane “in ostaggio” da più di un mese. È la testimonianza resa con una lettera al giornale dalla cittadina pordenonese Nella Maccarrone, che racconta la sua storia.

Il raccconto di Nella

«Sono una cittadina di Pordenone e abito nella zona della vecchia Fiera da 45 anni - scrive la cittadina che ha scelto di metterci la faccia -. In questo quartiere mio figlio ha frequentato le elementari, fatto sport e giocato all’ombra di quei tigli la cui preziosa presenza ha contrassegnato per tutti i residenti il cambio delle stagioni. Messa bruscamente di fronte al progetto Polo Young, mi sono trovata a condividere tutte le mie riserve con altri abitanti del quartiere, poi confluiti nel Comitato Molinari e ho preso parte alle pacifiche dimostrazioni di protesta organizzate dalle varie associazioni.

Per questo motivo, pur non avendo mai fatto politica attiva, sono stata classificata, secondo le parole del sindaco riportate dei giornali, ‘estremista di sinistra’.

Pordenone. La fine di tutti i tigli: lo stop non arriva e nel sito dell'ex fiera vengono abbattute 43 piante

La bicicletta incatenata

In segno di disapprovazione per il previsto taglio degli alberi, il 25 gennaio - spiega ancora la donna - ho aderito all’iniziativa di incatenare la mia bicicletta a uno dei tigli, assicurandomi di non ingombrare il passaggio. Il 2 febbraio la mia bicicletta e le poche altre che si trovavano lì con lo stesso scopo erano sparite. Ho appreso poi dai giornali che il giorno prima era stato approvato in consiglio comunale un nuovo articolo sul decoro urbano che configurava un divieto di sosta per i mezzi a due ruote situati fuori dagli specifici stalli». 
Quindi l’escalation. «Ho deciso quindi di autodenunciarmi alla polizia locale, dove mi sono recata per dare le mie generalità in modo che l’addetto, in quel momento assente, potesse compilare un verbale. Una volta completata questa procedura sarei stata convocata per pagare una multa e poter così ritirare la bicicletta dal magazzino del Comune - prosegue ancora la testimonianza -. Da quel momento non ho saputo più nulla, nonostante svariate sollecitazioni telefoniche. Mi ritrovo quindi a non poter disporre della mia bicicletta da un mese e mezzo. Credo sia legittimo chiedermi se ho a che fare con problemi di disorganizzazione o se si tratta invece di un corollario di ciò che si è configurato fin dall’inizio come un atto di ritorsione». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci