«È scomparso in pochi secondi»

Mercoledì 18 Settembre 2019
«È scomparso in pochi secondi»
ADRIA
Roberto Zagato ha ancora il volto segnato dalla tragedia che in pochissimi istanti si è consumata davanti ai suoi occhi domenica a Chioggia, verso le 11.30. Zagato, era in barca, assieme con l'amico e compagno di tante avventure Luigino Drago, quando il 68enne adriese si è immerso nelle acque delle Tegnue della città lagunare. I due in quel momento si trovavano a sei miglia dalla costa. Ricordando quei momenti, con la voce strozzata dall'emozione, per soffocare anche qualche lacrima furtiva, e chiedendo cortesemente di non scattare fotografie anche per rifuggere da quella attenzione mediatica nella quale si è trovato suo malgrado catapultato, Zagato, 70enne, ci accoglie con estrema gentilezza nella sua officina di elettrauto, ricordando con voce rotta quei terribili istanti.
LA PRIMA VOLTA
«Era la prima volta - spiega - che quest'anno uscivo in barca con Luigino. Aveva messo in acqua l'imbarcazione per la prima volta solo 24 ore prima. Lo scorso anno lo avevo accompagnato invece almeno cinque volte. Spero solo che trovino quanto prima il suo corpo affinché gli sia data degna sepoltura». Non lo dice Zagato ma l'impressione per chi lo conosce, lui uomo da sempre di pochissime parole, che il suo pensiero sia rivolto al destino avverso. Troppe le coincidenze in questa tragica vicenda. La prima volta che metteva in acqua la barca, la prima immersione, in un tratto di mare che 13 anni prima aveva rapito il figlio 35 enne di Drago, Maurizio, più o meno nelle stesse circostanze.
L'ATTESA
Che ora era quando si è verificato la tragedia? «Erano le 11. 30 minuto più minuto meno. Io attendevo Drago in barca. Tutto si è svolto così rapidamente che non sono riuscito neppure ad intervenire per aiutarlo e caricarlo a bordo. É riemerso, mi ha chiesto aiuto e si è inabissato di nuovo nel giro di neppure cinque secondi. Non ho avuto neppure il tempo di indossare un salvagente e gettarmi in acqua per aiutarlo».
UN MALORE
Che cosa può essere accaduto. «Senza dubbio si è trattato di un malore. Quando è riemerso era a pancia insù, in una posizione anomala per un sub. Solo un malore può essere stata la causa di questa tragedia». Zagato dopo aver tratto un lungo respiro, come a farsi coraggio, va anche oltre: «Per fare subacquea era anche troppo avanti con gli anni. Anche l'età avanzata potrebbe aver inciso. Luigino lo sapeva anche lui che si poteva rischiare la vita. Mi aveva confidato che forse era l'ultimo anno che si cimentava in questa sua passione».
ATTIMI FATALI
So bene che la domanda potrebbe essere male interpretata ma mi perdoni. Si sente in colpa per non essere riuscito ad intervenire? «Me lo sono chiesto anch'io e mi sono risposto. So di aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. Tutto si è svolto cosi rapidamente, ripeto, che non c'è stato neppure il tempo di reagire. Anche se mi gettavo con il salvagente dove cercavo? Poteva essere ovunque. Ho subito allertato la Capitaneria di Porto ed i soccorsi che sono stati immediati. Un elicottero si è levato in volo e quattro motovedette hanno battuto la zona. Anch'io con la barca mi sono messo a cercare. Speriamo solo che si trovi quanto prima il suo corpo».
VOLEVA SMETTERE
La tragedia occorsa al figlio del suo amico 13 anni fa non aveva frenato la sua voglia di subacquea? «Quel dramma era già stato superato da tempo. Ripeto doveva essere se non l'ultima una delle sue ultime immersioni».
Guido Fraccon
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