IL SOSPETTO
Più sottile l’interpretazione che ne dà Stecco: «La ditta non vuole che le famiglie si rendano conto della qualità di ciò che viene servito ai bambini». E anche qui, forse, c’è un pizzico di “complottismo”. Ma quello che sembra certo è che il cibo “a chilometro zero” che era stato annunciato per le mense scolastiche, all’indomani delle due perquisizioni dei carabinieri che, negli scorsi anni, avevano portato alla rottura dei rapporti tra Comune e Gemeaz Elior (la precedente gestione della mensa), quel cibo basato sulle eccellenze locali (radicchio, carote, pesce azzurro) si è visto molto poco, se non per nulla, accusano le famiglie.