Cappadocia da sogno, dall’alba in mongolfiera alle passeggiate a cavallo tra i camini delle fate

Lunedì 18 Settembre 2023, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 13:32

Alba in mongolfiera

Quei 50 minuti sospesi tra cielo e terra valgono tutto il viaggio: tornare dalla Cappadocia senza aver provato l’esperienza di un volo in mongolfiera all’alba sarebbe un vero peccato.

Bisogna riconoscere che la sveglia va messa quando è ancora notte fonda – le compagnie che offrono questo servizio, come Skyway Balloons, mettono a disposizione un servizio navetta a partire dalle 4 di mattina per poi decollare prima delle 6 – e che probabilmente volare con un pallone sopra Göreme costerà più che andare in aereo da Istanbul alla Cappadocia. Ma le emozioni che si provano fluttuando sopra i camini delle fate con il sole che piano piano si alza all’orizzonte avvolti dal silenzio più assoluto, spezzato qua e là dal rumore della fiamma accesa dal pilota per scaldare l’aria e far salire in quota la mongolfiera, fanno dimenticare qualsiasi sforzo.

Una volta arrivati al campo dove partirà il volo si assiste al gonfiaggio del pallone – uno dei momenti più suggestivi in assoluto con la mongolfiera che, da distesa, azionando il bruciatore lentamente si mette dritta – e al briefing sulla postura da tenere durante l’atterraggio.

Quando finalmente la navicella si stacca dal suolo non solo subentra un senso di libertà e di leggerezza, mista ad adrenalina, ma inizia un vero e proprio spettacolo per gli occhi perché in un attimo si è circondati da centinaia di altri aerostati dai colori sgargianti che sorvolano insieme il Göreme Open air Museum.

Neanche il tempo di accorgersene e si vola a 800 metri da terra guidati solo dal vento e poi, qualche secondo dopo, si è di nuovo giù; a volte così in basso che quasi si riescono a sfiorare le fronde degli alberi.

Vallate, gole, altipiani e pinnacoli rocciosi, la Cappadocia è sotto ai propri piedi: il panorama sembra quasi lunare e a ricordare che siamo sulla Terra, nel bel mezzo dell’Anatolia, sono i gridolini di stupore (o di vertigini?) delle altre venti persone che, insieme al pilota, condividono la cesta.

Una volta individuato un punto pianeggiante per atterrare, che non sarà mai lo stesso della partenza, la mongolfiera viene fatta scendere dolcemente finché non resta che salutare quel mezzo tanto avventuroso da essere stato, in varie edizioni, la copertina del romanzo di avventura per eccellenza: Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne.

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