Cappadocia da sogno, dall’alba in mongolfiera alle passeggiate a cavallo tra i camini delle fate

Lunedì 18 Settembre 2023, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 13:32

Mustafapaşa, il villaggio dei greci ortodossi di Turchia

Vicina a Göreme (circa 15 chilometri), Mustafapaşa è però lontana dal turismo di massa che invece ha preso d’assalto la città più nota Cappadocia, ormai costellata di negozi di souvenir e ristoranti per turisti. Qui il tempo sembra essersi fermato, poche macchine e rumori, il canto del muezzin che si ode ben distinto, musiche popolari in sottofondo (come il rebetiko), e la piazza come teatro di scene di vita quotidiana con gli anziani – alcuni di loro Rūm, i greci ortodossi di Turchia – che si sfidano a Okey, un gioco tradizionale turco simile al ramino.

Questo villaggio, noto anche come Sinasos, merita una visita sia per l’architettura (bellissimi i konak, i palazzi dove risiedeva la borghesia ottomana) che per la storia che ne ha segnato lo spirito: ancora oggi infatti ci sono i segni di quella convivenza pacifica tra musulmani e cristiano ortodossi che abitavano l’Anatolia prima dello scambio di popolazione greco-turca del 1923 – la drastica risoluzione a cui i due paesi giunsero dopo il Trattato di Losanna che decretò la fine dell'impero Ottomano e la nascita della Turchia.

E difatti per le strade di Mustafapaşa, o perlappunto Sinasos, si possono incontrare chiese ortodosse (come quella dedicata a Costantino ed Elena, andata distrutta e poi ricostruita a metà Ottocento), tre moschee e una madrasa, Mehmet Sakir Pasha, che è stata trasformata in una succursale della Cappadocia University.

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